martedì 22 settembre 2009

LA MENTALITA’ MAFIOSA E LA CONVIVENZA DEMOCRATICA

La convivenza democratica sarà una lunga e difficile conquista per la psicologia dell’italiano. Se per convivenza democratica si intende, come si deve intendere, che il CITTADINO E’ PORTATTORE DI DIRITTI E DI DOVERI.

È questa doppia veste del cittadino che ancora non riesce a maturare nella coscienza degli individui. Chi gestisce il potere avrebbe il dovere di tutelare il cittadino indistinto nei suoi diritti.

Ma il cittadino, a sua volta, dovrebbe osservare i propri doveri verso la comunità allargata e verso gli individui con cui entra in contatto. Purtroppo, nella nostra cultura non è ancora prevalso questo doppio concetto.

Chi gestisce il potere tutela i diritti del cittadino solo se questo è, o diventa, un suo cliente (politico). Gli altri hanno diritti più deboli e, spesso, sono stritolati dalla macchina burocratica dell' amministrazione.

E, purtroppo, la macchina burocratica italiana non si è ancora liberata dalla medievale MENTALITA’ BARONALE. Non è ancora riuscita a liberarsi di quella mentalità che si abbarbica ad ogni FORMA DI POTERE per gestirlo a propria gratificazione personale per crearsi l’illusione di essere qualcuno che conta.

Questo a tutti i livelli. Anche il piccolo impiegato, purchè sia dietro ad uno sportello per SERVIRE IL PUBBLICO, non lo fa con lo SPIRITO DI SERVIZIO, come in tutte le democrazie più mature della nostra, ma lo fa con molta iattanza. Quasi come se elargisse “favori”.

Lo spirito del PUBLIC SERVANT inglese è lontano mille miglia da questa mentalità mafiosa, che si autoalimenta perché il cittadino in genere non ha ancora maturato l’idea che certi diritti gli sono dovuti e non li deve pietire a chicchessia. Spessissimo non si ribella contro comportamenti illegittimi da parte di chi gestisce il servizio pubblico.

Ancora peggio accade nello SPORTELLO AL PUBBLICO GENERALIZZATO conosciuto come CALL CENTER. Qui la CONVIVENZA DEMOCRATICA va a farsi friggere del tutto. Il cittadino deve diventare un “PUTTANO”, come mia moglie dice io sia diventato, se vuole avere una minima possibilità di risolvere il suo problema.

Se RIVENDICA IL PROPRIO DIRITTO protestando, come se fosse davanti ad un vero sportello con una persona fisicamente presente, sarà un perdente.

Chi sta dall’altro capo del filo sviluppa una MENTALITA’ ANCORA PIU’ MAFIOSA perché è protetto/a dal quasi anonimato. Anche se, fugacemente, ti dice il suo nome tu sei un illuso se credi che qualcuno prenderà in seria considerazione il tuo eventuale ricorso in tempi brevi. C’è gente che aspetta anni.

Se il cittadino non impara a fare il “PUTTANO”, cioè, se non sa trovare il modo come INGRAZIARSI l’operatore per risolvere il suo problema, ad un certo punto “CADE LA LINEA”. e tu devi iniziare tutto daccapo con un altro operatore.

E concludiamo col MAFIOSETTO DEL QUARTIERINO. Questa è una figura atipica. Non la trovi in tutti i posti. La trovi solo dove ci sono le condizioni affinché sorga. Caseggiati che abbiano servizi in comune: spazi verdi, stradine d’accesso, illuminazione propria e quant’altro.

Qui il mafiosetto vuole che gli si riconosca il suo ruolo di preminenza. Ma quali DIRITTI E DOVERI? I suoi diritti sono più forti. Uno più di tutti: IL DIRITTO AL COMANDO. Tutto deve svolgersi tramite lui. Chi SGARRA a questa regola viene vessato in mille modi diversi finché non si adegua per quieto vivere.

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