martedì 30 ottobre 2007

LA DOPPIA VERITA’ SUGLI ITALIANI

Anche se dovrei includere un po’ tutti gli italiani… il fenomeno è più diffuso… e più odioso… nel Sud perché è generalizzato… Il turista straniero che ritorna in patria esprime un giusto giudizio su quello che ha visto: l’ITALIA E’ SPORCA… non dice la Calabria è sporca… la Campania è sporca… ecc… egli non fa e non può fare distinzioni… l’ha visto con i suoi occhi… ma la sua è una visione distorta… è parziale… e non fa giustizia alla realtà dell’Italia… ma tant’è… egli giudica per quello che vede… egli vede un AMBIENTE sporco… spesso una PATTUMIERA… i SERVIZI IGINIECI PUBBLICI sporchissimi… una visione veramente degradata…
Ma nessuno invita questo turista straniero a casa propria… se qualcuno lo facesse… questo turista vedrebbe una realtà diversa e direbbe: GLI ITALIANI SONO PULITISSIMI… ecco la DOPPIA VERITA’ sugli italiani… LA CASA COMUNE (l’AMBIENTE) è spesso una pattumiera… la CASA PRIVATA è pulitissima… le nostre donne sono manieche della pulizia… ma questo il turista straniero non lo sa…
Se poi è un turista inglese… al danno la beffa… la sua CASA COMUNE (ambiente) è ordinata e pulitissima… i suoi servizi igienici pubblici sono perfettamente puliti… il turista italiano che va in Inghilterra ne riporta una visione di una nazione pulitissima… ma anche qui nessuno ha invitato il povero turista italiano a casa propria… se lo avessero fatto avrebbe visto una realtà terrificante: le case inglesi sono sporche come più sporche non si può… la donna inglese dice che non può sprecare il suo tempo a pulire la casa… una volta alla settimana… se va bene… spessissimo anche una volta al mese…
Qual è la morale della favola?… l’inglese crede molto nella CASA COMUNE (ambiente)… la sente sua e la tiene come meglio non si può… l’italiano crede solo nella CASA PRIVATA… e ne fa il suo piccolo regno pulitissimo… la CASA COMUNE non gli appartiene… è lontana dalla sua psicologia… che è rimasta medievale… dove il vaso da notte... al mattino... si svuotava dalla propria finestra…
POSSIAMO FARE UN PICCOLO SFORZO PER CAPIRE CHE DI CASE NE ABBIAMO DUE… E TUTT’E DUE MERITANO LA NOSTRA ATTENZIONE E IL NOSTRO AMORE?

lunedì 29 ottobre 2007

GLI AUTOVELOX: UNA VERGOGNA ITALICA

Apriamo con un’affermazione incontrovertibile: i nostri amministratori non sanno gestire la cosa pubblica (comune)… non hanno idee… non sanno creare ricchezza con le pur limitate risorse finanziarie che hanno… non sanno incassare i crediti… una buona parte sfugge loro… sono pessimi nella spesa… pagano tutto con un sovraccarico del 30-40% perché con la loro elefantiaca burocrazia fanno aspettare anni per il pagamento… e il fornitore si fa anticipare dalle banche…sanno solo fare debiti…
Tutto andava bene finché lo Stato ripianava i loro bilanci disastrati… ma quando lo Stato ho chiuso i cordoni della borsa… i nostri amministratori hanno solo saputo trascinarci nel più profondo medioevo… hanno fatto risorgere i BARONI LADRONI dal più profondo medioevo… questi baroni… piccoli o grandi feudatari… imponevano… in un momento in cui lo Stato era assente… o era troppo debole per far rispettare la legge... il PAGAMENTO DI UN PEDAGGIO al piccolo mercante che passava sulle loro terre…
Ecco la vera natura dell’autovelox: è un PEDAGGIO che i Comuni impongono a chi vuole… o è costretto… a passare dalle loro contrade… proprio come facevano i baroni ladroni… i nostri amministratori non hanno alcuna giustificazione… se lo avessero imposto in tempi non sospetti si poteva pensare che lo avessero fatto per EDUCARE l’automobilista al rispetto dei limiti di velocità… se lo avessero avessero imposto solo nel centro abitato sarebbero stati giustificatissimi… invece lo hanno istituito nelle strade a scorrimento veloce fuori del centro abitato con un solo obiettivo… FARE CASSA … e sono riusciti nel loro intento… molti Comuni hanno raddoppiato le loro entrate…
E’ UNA VERGOGNA…
Dobbiamo ribellarci non solo come automobilisti… ma anche come cittadini… dobbiamo pretendere che lo Stato faccia una legge che proibisca l’autovelox nelle strade a scorrimento veloce che… per necessità… ricadono nel territorio comunale…

domenica 28 ottobre 2007

COSENZA E IL SUO CENTRO STORICO: come cittadino mi ribello

Il centro storico di Cosenza sta morendo… ed io… come cittadino… non voglio essere testimone di questa agonia… La città in generale sta perdendo colpi rispetto alla vicina Rende… Questa si sta evolvendo come un città moderna costruita a dimensione d’uomo… con abitanti in forte crescita… Cosenza… invece… sta subendo un’emorragia notevole… gli amministratori di palazzo dei bruzi… nella loro miopia… pensano che questa emorragia sia dovuta alla mancanza di abitazioni… e costruisco… costruiscono... sbagliando... in ogni centimetro quadrato di terreno libero…
Non si rendono conto che è la qualità della vita che sta degradando… mentre Rende sa offrire al cittadino servizi e locali per il tempo libero di alta qualità… Cosenza sta diventando asfittica in un campo così importante per la vitalità di una città…
Eppure Cosenza ha un’area… il centro storico… che potrebbe fare invertire la tendenza e quest'area potrebbe diventare il volano di uno sviluppo di altissima qualità…
Solo il grande Giacomo Mancini aveva intuito questa verità ed aveva avviato un programma per fare del centro storico LA CITTA’ DEL TEMPO LIBERO… egli aveva capito che Cosenza storica si poteva rivitalizzare solo portando gente nelle sue viuzze… e promosse l’apertura di locali pubblici dedicati al tempo libero…
La sua idea si dimostrò valida e… per un certo periodo… questi locali pubblici divennero un forte RICHIAMO… ed è stato bello rivedere quelle viuzze piene di gente… anche se solo di notte…
Ma quello che non aveva previsto Mancini è che… cessata la novità di quel tipo di locali pubblici… è cessato anche il RICHIAMO… ora per i cosentini ci sono altri RICHIAMI e sono tutti su Rende…
Tuttavia la strada tracciata da Mancini non era sbagliata… Resta ancora l’unica che può ridare splendore al centro storico e portare ricchezza alla città tutta… non è con manifestazioni episodiche… come fanno gli amministratori attuali… che si rivitalizza il centro storico… C’è bisogno di un RICHIAMO forte e costante che si dispieghi sia di giorno che di notte…
L’errore di Mancini è stato quello di associare il RICHIAMO all’OFFERTA… di farli diventare un’unica cosa… invece dovevano essere due momenti distinti… Il RICHIAMO doveva venire prima… non dovevano essere i locali pubblici… e questo RICHIAMO doveva avere una spinta ed una forza autonoma talmente potente da attrarre il maggior numero di persone possibili nelle sue viuzze… nei suoi larghi… nelle sue piazze… in tutte le ore del giorno e della notte…
Il RICHIAMO non doveva essere solo a livello cittadino… ma la sua eco doveva arrivare in ambiti territoriali molto più ampi… l’OFFERTA di locali pubblici sarebbe dovuta venire solo a questo punto… la gente che attrae i locali pubblici e non i locali pubblici che richiamano la gente…
Un progetto in questo senso esiste… ma il Comune… per colpevole negligenza… non riesce a farlo suo… si veda http://www.franco-felicetti.it/ voce menu “fuori sacco” sub “per rivitalizzare il centro storico”…

venerdì 26 ottobre 2007

COSENZA O RENDE?

Era da tanto tempo che non vedevo certe parti del territorio di Rende… forse da quando non ho più fatto le mie lunghe passeggiate nel villaggio europa… da quando ho lasciato il servizio…ora le passeggiate le faccio sulla spiaggia… in riva al mare… dove ho deciso di ritirarmi…
Grande fu la mia sorpresa nel vedere che Rende sta crescendo come una città di altissime qualità… il tessuto urbano… da come sta venendo su… non ha nulla da invidiare alle grandi metropoli… italiane e non…
Non c’era da dubitarne… i Principe (Cecchino e Sandro) sono grandi amministratori… hanno idee… studiano costantemente la legislazione per trarne vantaggi nell’amministrazione pubblica… sanno come realizzare grandi opere a costo zero per il Comune… il confronto con Cosenza non regge… ma sono stati anche favoriti dalle pessime amministrazioni del Comune di Cosenza…
Se si eccettua il grande Giacomo Mancini… che ha realizzato una stupenda isola pedonale … che non ha nulla da invidiare alle isole pedonali di tutta europa… e il grande polmone del viale parco… le altre amministrazione hanno pensato solo a sopravvivere politicamente per gestire il potere… un potere di carta… che non lasciava nulla dietro di loro… e la città diventava più povera nel tessuto urbano…
Non hanno avuto idee… non hanno avuto la visione di una Cosenza più bella urbanisticamente… non hanno saputo pensare in grande per riordinare Cosenza per farne una città moderna… fatta di parchi… di grandi spazi… di edifici moderni… non hanno saputo creare una città a dimensione d’uomo… per fortuna la sta facendo Rende…
Gli amministratori di Cosenza non hanno neanche avuto la fantasia di fare del bellissimo centro storico l’elemento economicamente propulsore di tutta la città… un elemento che crea lavoro… lo stanno facendo morire… ma di questo ne parlerò più diffusamente in altro post…

giovedì 25 ottobre 2007

LE VERITA' DELLA STORIA: LA FUGA DEI CERVELLI

Riprendiamo il discorso sul “familismo amorale”... Con questa definizione si vuole addossare il mancato sviluppo del Mezzogiorno alla “mentalità” dei suoi abitanti… che non hanno mai pensato al bene della comunità allargata… ma si sono interessati solo alla loro comunità-famiglia…
Abbiamo visto che questa mentalità… che oggi non è completamente scomparsa… non è genetica... come si vorrebbe insinuare... ma ha lontane radici storiche… oggi voglio dimostrare che la storia recente non è stata più benigna verso di noi… ma il guaio è che neanche la storia di oggi gioca a nostro favore…
Al momento dell'unificazione d’Italia... il Mezzogior­no ha dovuto finanziare il debito pubblico del Regno Sardo che era esattamente il doppio di quello meridionale: era il conto delle spese per l'unificazione che veniva finanziato, a posteriori, dalle province meridiona­li.
Questo fu l'inizio di una tendenza che divenne poi una costante nella storia successiva dell'Italia: il drenaggio di risorse finanziarie ed umane dal Mez­zogiorno a favore delle zone più sviluppate del nord, dove nasceva una società industriale; sarà la società contadina del sud che contribuirà a finanziare lo sviluppo industriale del nord, facendo così divaricare ancora più la forbice tra le due Italie: un nord sempre più ricco e un sud sempre più povero.
Dopo l’unità... la politica fiscale feroce di una classe politica miope e sorda contribuì ad aggravare la questione sociale meridionale che sfocerà in quel fenomeno di ribellione armata che, per convenienza politica, verrà definito «brigan­taggio».
Ma ancora oggi il meridione paga il conto per lo sviluppo del Nord e del mondo in genere... Lo fa con la “FUGA DEI CERVELLI”...
Gli anglosassoni sostengono che il “sapere è potere”. Studi americani recenti… in materia di sviluppo economico… hanno dimostrato che i livelli di istruzione incidono sul prodotto nazionale con una percentuale che va dal 3 al 5 per cento.
Ed è questa la beffa per la nostra terra… che… con le sue tre università… sforna cervelli che non producono ricchezza per la loro terra… ma la producono per il Nord e per il mondo in genere...
Ecco la verità della storia… in dialetto diciamo: “u cane muzzica sempre u cchiu strazzatu”…
Una nota personale per dimostrare la verità della storia… una mia figlia… laureata alla Unical in chimica… con un dottorato americano in biochimica… non ha trovato udienza nella sua terrà e contribuisce a fare la ricchezza degli altri come chief scientist in una industria del Regno Unito… un’altra… sempre laureata alla Unical… con un Master alla Bocconi… è stata più fortunata (si fa per dire)… insegna a Milano…

mercoledì 24 ottobre 2007

SOTTOSVILUPPO DEL MERIDIONE E' UNA QUESTIONE DI MENTALITA'?

Il sociologo americano Edward Bonfield, in una ricerca condotta sul posto nel 1950, affermò che alla base della questione meridionale c’era l’incapacità politica e sociale dei suoi abitanti. Egli chiamò questo atteggiamento mentale “familismo amorale” perché basato esclusivamente a soddisfare il proprio immediato interesse della famiglia e perché legato ad un modo di vivere privo di qualsiasi rapporto con la comunità esterna allargata.
Storicamente, questo “familismo amorale” del meridione va rintracciato nella secolare contrapposizione tra uno Stato che imponeva solo doveri e l'individuo... per sopravvivere... doveva frodarlo e perciò si rinchiudeva nel proprio “particulare” (per dirla con Guicciardini).
Molte colpe vanno attribuite a Federico II. Col suo stato centraliz­zato, egli negò all'Italia me­ridionale l'esperienza della nascente civiltà comunale, dove si formarono le menta­lità democratiche e si acqui­sì il senso dello Stato nelle coscienze individuali. Due obiettivi che i meridionali ancora oggi non hanno rag­giunto appieno.
Se vogliamo, egli fu più "benìgno" verso la Germa­nia, quando non pretese la centralizzazione del potere, ma diede la più ampia auto­nomia agli Stati regionali (i lander di oggi e i fuedi di allora) nell'ambito della struttura imperiale, che - se vogliamo tradurla nei termi­ni scientifici della scienza politica moderna - assumeva la forma di una confedera­zione di Stati. Così, i tede­schi crebbero al loro attuale federalismo attraverso l' esperienza storica di secoli.
Noi meridionali, suoi diretti discendenti, siamo rimasti con una mentalità medievale (familismo amorale?) dove regna ancora il baro­ne, comunque camuffato. Sono queste le cose che dobbiamo dire. Sia gloria a Federico II. Mettiamo in evidenza tutti i suoi pregi. Additiamolo pure come la prima grande novità della storia per quanto riguarda la concezione dello Stato e dei rapporti tra le razze e le culture. Ma diciamo anche che a noi meridionali fu “patrigno” suo malgrado.

martedì 23 ottobre 2007

IL CITTADINO, LO STATO, E LA FINANZA PUBBLICA

Un certo tipo di individuo ha verso lo Stato un atteggiamento bifronte: lo considera amico e ne apprezza le funzioni nel momento in cui rivendica i suoi diritti; lo considera nemico, e quindi cerca di frodarlo, nel momento in cui esso gli impone dei doveri. E’ questo atteggiamento legato alla natura umana o è legato alla particolare esperienza storica di alcuni popoli (tra cui l’italiano) che non hanno ancora maturato il senso dello Stato?
E' legato all'esperienza storica... al senso dello Stato si matura nel tempo... quando lo scandolo fa scandalo... e non è un gioco di parole...
Il cittadino italiano, in genere, non ha ancora scoperto lo Stato-amico... lo Stato di cui è parte integrante... anzi di cui è una particella importante... ma lo sente lontano da sè... come qualcosa di avulso... i cui destini non sono legati alla sua esistenza... per questo non si indigna quando vede che tutti cercano di mungere indebitamente le casse dello Stato... egli non si sente coinvolto... non sente che lo Stato è anche lui... non sente che quei soldi... dati indebitamente... dovrà pagarli anche lui... non si indigna quando vede il falso invalido percepire una pensione... quando vede l'impiegato pubblico fare il giochetto della doppia giacca (una la lascia appesa nella sua stanza mentre va fuori per fare i suoi affari)... quando vede il pubblico dipendente timbrare il cartellino al suo collega assente... quando vede l'insegnante punire lo Stato per avergli dato una titolarità e lui/lei lo ricambia facendogli pagare un supplente per le sue malattie fasulle...
Ecco... se il cittadino comune si sentisse parte dello Stato forse si indignerebbe di fronte a tutti questi abusi e farebbe pesare la sua censura morale su chi deruba la finanza pubblica... la finanza di ciascuno di noi... se lo facesse... se lo facciamo... forse le casse dello Stato sarebbero più floride... forse potrebbe diminuire anche il gravame delle tasse sul cittadino... pensiamoci... la rivoluzione morale può iniziare dal basso... da tutti noi... da ciascuno di noi... senza trovare l'alibi che il singolo non conta nulla... tanti singoli possono fare un esercito... sentiamoci parte di questo esercito invisibile... facciamo ribellare la nostra coscienza individuale... se lo facciamo... quella collettiva è dietro l'angolo...

domenica 21 ottobre 2007

CHI SONO

mi presento... I introduce myself.. http://www.franco-felicetti.it/ aprilo... open it... e contattami... then contact me... forse abbiamo qualcosa da dirci... may be we have something to say to each other...