martedì 23 ottobre 2007

IL CITTADINO, LO STATO, E LA FINANZA PUBBLICA

Un certo tipo di individuo ha verso lo Stato un atteggiamento bifronte: lo considera amico e ne apprezza le funzioni nel momento in cui rivendica i suoi diritti; lo considera nemico, e quindi cerca di frodarlo, nel momento in cui esso gli impone dei doveri. E’ questo atteggiamento legato alla natura umana o è legato alla particolare esperienza storica di alcuni popoli (tra cui l’italiano) che non hanno ancora maturato il senso dello Stato?
E' legato all'esperienza storica... al senso dello Stato si matura nel tempo... quando lo scandolo fa scandalo... e non è un gioco di parole...
Il cittadino italiano, in genere, non ha ancora scoperto lo Stato-amico... lo Stato di cui è parte integrante... anzi di cui è una particella importante... ma lo sente lontano da sè... come qualcosa di avulso... i cui destini non sono legati alla sua esistenza... per questo non si indigna quando vede che tutti cercano di mungere indebitamente le casse dello Stato... egli non si sente coinvolto... non sente che lo Stato è anche lui... non sente che quei soldi... dati indebitamente... dovrà pagarli anche lui... non si indigna quando vede il falso invalido percepire una pensione... quando vede l'impiegato pubblico fare il giochetto della doppia giacca (una la lascia appesa nella sua stanza mentre va fuori per fare i suoi affari)... quando vede il pubblico dipendente timbrare il cartellino al suo collega assente... quando vede l'insegnante punire lo Stato per avergli dato una titolarità e lui/lei lo ricambia facendogli pagare un supplente per le sue malattie fasulle...
Ecco... se il cittadino comune si sentisse parte dello Stato forse si indignerebbe di fronte a tutti questi abusi e farebbe pesare la sua censura morale su chi deruba la finanza pubblica... la finanza di ciascuno di noi... se lo facesse... se lo facciamo... forse le casse dello Stato sarebbero più floride... forse potrebbe diminuire anche il gravame delle tasse sul cittadino... pensiamoci... la rivoluzione morale può iniziare dal basso... da tutti noi... da ciascuno di noi... senza trovare l'alibi che il singolo non conta nulla... tanti singoli possono fare un esercito... sentiamoci parte di questo esercito invisibile... facciamo ribellare la nostra coscienza individuale... se lo facciamo... quella collettiva è dietro l'angolo...

1 commento:

Stefano Fontana ha detto...

Interessante questo blog!
Fa piacere leggere cose sensate...
concordo pienamente con la rivoluzione morale ma...bah...temo che noi siamo poco "francesi" e poco inclini alle rivoluzioni. Ritengo assolutamente plausibile chiedersi (come all'inizio di questo tuo post) se si tratti di un'anomalia umana o...ITALIANA!
Cmq mi pare doveroso almeno provarle a creare tutti uno stato migliore...se tutti sentissimo questo come un bisogno interiore!