mercoledì 24 ottobre 2007

SOTTOSVILUPPO DEL MERIDIONE E' UNA QUESTIONE DI MENTALITA'?

Il sociologo americano Edward Bonfield, in una ricerca condotta sul posto nel 1950, affermò che alla base della questione meridionale c’era l’incapacità politica e sociale dei suoi abitanti. Egli chiamò questo atteggiamento mentale “familismo amorale” perché basato esclusivamente a soddisfare il proprio immediato interesse della famiglia e perché legato ad un modo di vivere privo di qualsiasi rapporto con la comunità esterna allargata.
Storicamente, questo “familismo amorale” del meridione va rintracciato nella secolare contrapposizione tra uno Stato che imponeva solo doveri e l'individuo... per sopravvivere... doveva frodarlo e perciò si rinchiudeva nel proprio “particulare” (per dirla con Guicciardini).
Molte colpe vanno attribuite a Federico II. Col suo stato centraliz­zato, egli negò all'Italia me­ridionale l'esperienza della nascente civiltà comunale, dove si formarono le menta­lità democratiche e si acqui­sì il senso dello Stato nelle coscienze individuali. Due obiettivi che i meridionali ancora oggi non hanno rag­giunto appieno.
Se vogliamo, egli fu più "benìgno" verso la Germa­nia, quando non pretese la centralizzazione del potere, ma diede la più ampia auto­nomia agli Stati regionali (i lander di oggi e i fuedi di allora) nell'ambito della struttura imperiale, che - se vogliamo tradurla nei termi­ni scientifici della scienza politica moderna - assumeva la forma di una confedera­zione di Stati. Così, i tede­schi crebbero al loro attuale federalismo attraverso l' esperienza storica di secoli.
Noi meridionali, suoi diretti discendenti, siamo rimasti con una mentalità medievale (familismo amorale?) dove regna ancora il baro­ne, comunque camuffato. Sono queste le cose che dobbiamo dire. Sia gloria a Federico II. Mettiamo in evidenza tutti i suoi pregi. Additiamolo pure come la prima grande novità della storia per quanto riguarda la concezione dello Stato e dei rapporti tra le razze e le culture. Ma diciamo anche che a noi meridionali fu “patrigno” suo malgrado.

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