giovedì 22 ottobre 2009

FRANCO FELICETTI’S STORY (8)

LA SCOPERTA DEL MIO IO


La casa di appuntamento di Napoli era frequentata da donne bellissime e giovanissime. Erano tutte donne che venivano dalla cintura del napoletano. Molte di loro erano, o erano state. Miss del loro paese.

Allora si chiamavano RAGAZZE SQUILLO. Oggi è più “chic” chiamarle ESCORT WOMEN. La loro tariffa era un milione di lire. Una cifra enorme per quei tempi. Venivano perfino preti in CLERGYMEN dal Vaticano per passare qualche ora con loro. Una volta ne trovai uno alla porta. Era molto giovane. Mentre gli stavo dicendo “reverendo questo non è luogo per lei”, la mia padrona di casa, dietro di me, disse: “no!… no!… lo lasci passare”.

Queste ragazze avevano tutte la velleità di sfondare nel cinema. Il loro modello era una ora famosissima attrice. In quei giorni i russi avevano lanciato lo Sputnick nello spazio. La prima nazione ad arrivarci battendo gli U.S.A. e a Napoli correva una “freddura”: “lo sai qual è la differenza tra lo Sputnick e questa attrice? Lo Sputnick è stato lanciato col RAZZO. Questa attrice è stata lanciata col C.”. Questa attrice, in effetti, prima di conoscere l'uomo della sua vita, aveva cambiato molti uomini di peso.

Queste bellissime donne con me avevano fatto amicizia perché mi consideravano di casa. Ero il solo ad abitarci in pianta stabile. Qualcuna, quando faceva molto tardi per rientrare nel proprio paese, mi chiedeva di ospitarla nel mio letto matrimoniale. Loro volevano essere carine con me prima di dormire, ma io non sono mai stato in grado di essere all’altezza, anche se ero tremendamente attratto dalla loro grande bellezza. Navigavo in superficie. In profondità mai!

Loro se ne facevamo un cruccio. Pensavano che la loro “potenza” fosse in declino. Erano abituate a vedere che tutto si alzava in loro presenza. Non avevano nemmeno bisogno di dire: “alzati lazzarone”. Ma io le rassicuravo che il difetto non stava in loro, ma in me.

Ecco perché ho ritenuto fosse giunto il momento di spiegarmi quello che mi succedeva sin da ragazzo. Ma volevo farlo a modo mio. Scientificamente. Avevo appreso che tutti gli studiosi di psicanalisi, per esercitare la quale non c’è bisogno di essere medico, prima di esercitare, DOVEVANO fare esercitazione su se stessi autopsicanalizzandosi. Solo quando l’autoanalisi aveva successo erano pronti per esercitare.

Io volevo fare lo stesso, ma per fini diversi. Volevo AUTOPSICANALIZZARMI per conoscermi meglio. Mi sono, letteralmente, tuffato nello studio di tutti i sacri testi della psicanalisi (FREUD, JUNG, e via di seguito) e di psicologia (PIAGET ed altri). Ho letto e meditato su tutti gli studiosi di psicanalisi e psicologia con tutta la casistica su questo argomento.

AUTOPSICANALIZZANDOMI, sono, finalmente, entrato nella CAMERA BUIA DELLA MIA MENTE e sono arrivato a darmi la risposta che cercavo. Ma ho scoperto anche tante altre cose che si erano ammucchiate negli angoli più recessi della camera buia della mia mente. Alcune positive. Altre negative.

La cosa che mi ha gratificato di più è il fatto che ho PRESO COSCIENZA CHE ERO, E SONO, UN PRECOGNITIVO. LE COSE LE HO SEMPRE VISTE UN TANTINO PRIMA DEGLI ALTRI. Io ritenevo fosse INTUITO. Un intuito molto spiccato, che mi sono sempre riconosciuto. Ma mi sono dovuto arrendere di fronte ai fatti.

L’intuito è legato alle cose immediate e concrete. La PRECONOSCENZA vede un tantino più lontano nel tempo. I francesi chiamano questo fenomeno CLAIRVOYANCE e lo considerano un fenomeno PARANORMALE, che non può essere spiegato dalla scienza.

Comunque, questo studio immane, e il tirocinio che ho fatto a Parigi (di cui parlerò altrove) mi è stato utilissimo nella mia futura professione di docente e di preside. Se professionalmente riuscivo in tante cose è perché avevo imparato a conoscere l’uomo nella sua essenza. Quella nobile e quella meno nobile. Che tutti abbiamo.

Dopo questo studio su di me, sono stato in grado di dire a me stesso che io sono stato il prodotto di quattro elementi fondamentali:

1) La mia natura: il mio cervello aveva, ed ha, un’ottima materia grezza ed era dotato di memoria lunga (il cervello ha due tipi di memoria: quella lunga e quella corta). Mi bastava CAPIRE e la conoscenza era acquisita per sempre;

2) La mia insaziabile CURIOSITA’’, che mi faceva SCAVARE su ogni argomento, su ogni situazione, su ogni avvenimento;

3) Il cinema che mi ha sempre fornito i modelli di riferimento, che non avevo nella vita reale:

4) La mia capacità di AUTOCRITICA, che non si limitava ai miei errori, da cui ho imparato moltissimo, ma era estesa anche ai miei comportamenti meglio riusciti. Ho sempre riflettuto molto su come migliorarmi. Non solo culturalmente, ma anche nei comportamenti.

CONTINUA

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