domenica 18 ottobre 2009

FINI VERSUS BERLUSCONI:MOVIMENTO O PARTITO?

LA NOTIZIA APPARSA SU FACEBOOK: “possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi? “ di Matteo Mezzadri, coordinatore del Pd di Vignola, Modena.

PARLIAMONE


Le differenze di vedute tra Fini e Berlusconi sul partito non sono di poco conto. Sono la spia di due concezioni diverse sulla funzione del partito. Ma sono anche la spia di una profonda differenza tra le due personalità.

Fini è un uomo di apparato, che crede nell’organizzazione territoriale del partito per raggiungere due obiettivi: fidelizzare gli iscritti e organizzare il consenso.

Berlusconi è un battitore libero. Un uomo di spettacolo a cui ogni organizzazione troppo rigida sta stretta. Egli ha bisogno di muoversi liberamente per creare entusiasmo attraverso slogan ed immagini.

Berlusconi è più MOVIMENTISTA che uomo di partito. Fini è l’esatto contrario. Fini è fermamente convinto che il consenso si organizza attraverso il partito. Berlusconi sa che le elezioni si vincono andando alla ricerca di consensi che travalichino il partito.

Egli ha dimostrato, più volte, che le elezioni si vincono puntando sulla figura del Leader, che non deve fare appello solo alla ragione, ma anche, e soprattutto, all’emotività attraverso la coralità della sua azione politica.

La sezione di partito è sempre uguale a se stessa. Il CLUB, il GAZEBO, riescono a catturare il cittadino non impegnato, colui che risponde ad un richiamo emotivo. Il richiamo è il LEADER che lancia messaggi che fanno appello all’irrazionale.

È il leader che gioca liberamente su tutti i fronti. Una tecnica molto sperimentata che usa è il VITTIMISMO. Quando Berlusconi dice che più la MAGISTRATURA LO PERSEGUITA più il suo CONSENSO presso l’OPINIONE PUBBLICA AUMENTA, ha ragione.

La gente lo vede come una vittima di un potere forte. Fa parte della psicologia dell’animo umano avere simpatia per il più debole. È stato sempre così nella storia umana. E’ stato così anche tra ETTORE E ACHILLE.

Le simpatie del lettore dell’Iliade non vanno verso Achille, il forte, l’invincibile, figlio di una dea. Ma vanno verso Ettore, il debole, che combatte per salvare la sua patria dal bruto Achille e dalla sua schiera.

Berlusconi viene visto come l’OUTSIDER che è SCESO IN CAMPO per salvare l’Italia dalle grinfie del COMUNISMO dopo che, nel 1992, la MAGISTRATURA aveva distrutto tutti gli altri partiti democratici.

Ecco perché Berlusconi non ama la rigida organizzazione di partito. Egli deve recitare il ruolo di BATTITORE LIBERO per coagulare intorno a sé quel consenso che non si convoglierebbe mai verso un partito e che altrimenti andrebbe disperso.

Ecco perché egli deve essere CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. E’ sul suo nome che avviene il miracolo. Senza di lui tutta la struttura crollerebbe. Questo Fini lo ha capito e vorrebbe convogliare il FORTISSIMO CARISMA di Berlusconi dentro il PDL.

Solo se questa operazione riesce ci sarà salvezza per il PDL dopo Berlusconi. Altrimenti subirà un immediato processo di nanizzazione. E per Fini sarà difficile centrare i suoi obiettivi personali.

Il giovane coordinatore del Pd di Vignola, nella sua aberrazione, di cui si è pentito subito, non ha visto male. Il nemico da battere non è il PDL, ma BERLUSCONI. La persona fisica di Berlusconi

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