domenica 3 febbraio 2013

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (74)

I FILOSOFI NATURALISTICI I filosofi naturalisti della costa Ionica, i primi " grandi prosatori greci " (Vernant, 1981: 194), pur continuando la tradizione ereditata dai loro predecessori greci ed orientali, spostarono il problema della ricerca delle origini dal mito alla ragione. Le origini del mondo, per loro, non dovevano essere giustificate con un atto di fede (mito), ma dovevano essere ricercate attraverso un atto della ragione (Frankfort, 1959: 250-51). L'elemento nuovo, che essi introducono nell'evoluzione del livello di struttura mentale, consiste proprio nel fatto che essi correggono il mito e al posto di un dio, la cui giustificazione era un atto dell'immaginazione, mettono un elemento della natura (Snell, 1963: 325), la cui giustificazione era un atto della ragione. I filosofi naturalisti del VI secolo a. C. erano al bivio di due mondi: quello orientale, animista, e quello sorgente della Grecia, razionalista. Ed essi furono figli di entrambi. Le loro non sono spiegazioni scientifiche, nè razionali, come alcuni erroneamente credono. La razionalità era di là da venire. Essi possedevano un pensiero intuitivo (Frankfort, 1959: 252-53). Tuttavia, essi si lasciavano alle spalle, in via definitiva, l'assimilazione egocentrica (=strutturazione della realtà attraverso l'immaginazione, mito) delle antiche civiltà orientali per incamminarsi verso l'assimilazione razionale (= strutturazione della realtà attraverso la ragione). Essi si possono intendere come gli ultimi di un mondo vecchio che scompare ed i primi di un mondo nuovo che sorgeva. Essi furono, comunque, portatori di un pensiero razionale allo stato nascente, "anche se ancora non esplicitamente formulato" (Finley, 1973, IV: 46). Questi filosofi non mutarono molto nell'atteggiamento culturale rispetto alle antiche civiltà. Essi erano sempre interessati al mondo fisico, di cui si sentivano di fare parte. Ma questa loro partecipazione non era più assoluta, nel senso che essi si confondevano col mondo della natura. Essi avevano preso coscienza di essere una realtà distinta, anche se non completamente. Essi cercavano le loro spiegazioni, non più nel mondo del soprannaturale, coma avevano fatto le antiche civiltà, ma le cercavano nel mondo fisico che essi potevano osservare concretamente (Barbu, 1960: 113), anche se la loro impalcatura di pensiero non mutava molto rispetto a quella delle civiltà che li avevano preceduti. Essi correggevano solo un aspetto: passavano dal divino al naturale. Ma la ricerca era identica; le domande erano identiche (Gomperz, 1957: 24). Essi volevano sapere il perchè dell'esistenza del reale. Ma lo spostamento, che essi avevano operato, era rivoluzionario perchè avrebbe condotto a rivoluzioni inimmaginabili. Le prime civiltà, con la spiegazione divina dell'esistente, avevano condannato l'uomo ad una subalternità nel reale. I filosofi Ionici, invece, seppure timidamente, con la loro spiegazione umana del mondo, avevano posto le premesse per fare dell'uomo, nei secoli e nei millenni, il re dell'universo, il vero dio del mondo reale. CONTINUA www.franco-felicetti.it

Nessun commento: