venerdì 8 giugno 2012

FRANCO FELICETTI’S STORY (22)

UNA CROCIERA DA SOGNO

Mi imbarcai per Napoli a New York, come avevo programmato. Ero disceso da Vancouver, sul Pacifico, fino a New York, sull’Atlantico, attraversando in pullman, in lungo e in largo, tutto il continente nord americano.

Avevo prenotato questo viaggio un anno prima per cogliere due opportunità: avere i prezzi degli EARLY BIRDS (in America, chi prenota con largo anticipo ha degli sconti fortissimi) e fare una CROCIERA DA SOGNO di otto giorni sulla nave di linea ammiraglia, che l’Italia aveva varato da poco: la LEONARDO DA VINCI.

La Leonardo da Vinci fu l’ultima nave di linea ad essere varata. Il trasporto aereo le aveva eliminate per sempre. Ora ci sono le navi da crociera, anche più sfarzose, ma operano in aree geografiche molto più limitate. Quasi nessuna di esse attraversa l’Atlantico per arrivare fino agli Stati Uniti.

Al turista odierno la vita di bordo interessa, e molto, ma non saprebbe rinunciare ai porti che si toccano. Ai Paesi che si visitano. Sulle navi di linea transatlantiche, invece, la vita di bordo era tutto. Il resto, per 4/5 giorni, era soltanto l’immensità dell’Atlantico. Ecco perché sono morte. L’aereo, come mezzo di trasporto, le aveva rese non convenienti.

Sapevo che, se perdevo questa occasione, difficilmente avrei potuto fare una crociera a questo livello nella mia vita. La mia classe turistica sulla Leonardo da Vinci corrispondeva alla prima classe della “carretta” con cui avevo fatto il viaggio di andata due anni prima.

Ma le sorprese non finirono. Il commissario di bordo della Leonardo da Vinci ero lo stesso della “carretta”. Ci salutammo calorosamente. Era un napoletano che mi aveva in simpatia perché io ero studente nella sua Napoli.

Quando andai a pranzo per la prima volta non credevo ai miei occhi. Non un anonimo in mezzo a tanti, ma un ragazzo baciato dalla fortuna. Un tavolo per quattro: tre bellissime ragazze mozzafiato ed io. Mi ero appena seduto quando si avvicinò il Commissario di bordo. Mi disse: “professore, le è piaciuta la sorpresa?”. Ero confuso. Ho farfugliato qualcosa, ma non ricordo cosa.

Ipso facto, divenni il ragazzo più invidiato di tutta la classe turistica.

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