lunedì 5 marzo 2012

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (47)

L’UOMO RIVOLUZIONA IL MONDO DELLA PRODUZIONE DI CIBO

Quando inizia la sua nuova e rivoluzionaria attività di agricoltore, egli è in possesso di tutti questi strumenti del pensiero: sa osservare la realtà, ma non sa andare al di là del caso singolo; l'insieme e le sue interrelazioni sono al di fuori della sua portata e lo rimarranno per tutto lo svolgimento storico delle prime civiltà.

Le conoscenze che acquisisce non le attribuisce a se stesso, ma ad un dio e quindi esse non hanno un valore dinamico: non servono per creare altre conoscenze, ma hanno un valore statico.

sono esperienze che egli immagazzina per utilizzarle nella vita quotidiana o per consegnarle ai posteri attraverso il racconto orale. sa rappresentarsi la realtà, cioè, sa evocare immagini di oggetti assenti, ma non è ancora in grado di formarsi un concetto generale degli elementi di conoscenza, rimanendo a mezza strada (pensiero pre-concettuale).

Man mano che modificava il suo assetto di vita, l'uomo evolveva nei suoi livelli di struttura mentale. "Ogni arnese [che costruiva] era una nuova invenzione, o piuttosto era il punto di partenza di una serie di nuove invenzioni, ognuna delle quali era suscettibile di miglioramento, che veniva introdotta gradatamente " (Sarton, 1953: 4).

Le nuove informazioni, che acquisiva attraverso questa sua febbrile attività di costruttore ed organizzatore sociale, anche se le attribuiva ad un dio, costituivano il veicolo attraverso il quale le sue capacità intellettive si modificavano e si evolvevano.

Oggi sappiamo che il cervello umano, nel momento in cui assorbe ed elabora informazioni, cambia anche nella sua struttura e si evolve. "Il suo hardware, che è costituito da trenta miliardi di cellule nervose, i neuroni, cambia a causa degli innumerevoli messaggi che determinate sostanze chimiche, i neurotrasmettitori, fanno rimbalzare da una cellula all'altra. Quella rete mirabilis, come è stata chiamata, che lega tutte le cellule in conseguenza degli stimoli esterni, si modifica e si evolve " (Costa, 1986).

Questo è stato il processo attraverso il quale l'uomo ha modificato i suoi livelli di struttura mentale. Egli è partito con un cervello che possedeva solo gli istinti primordiali: la paura, l'aggressività e il sentimento; per il resto egli era una tabula rasa.

Man man che riceveva degli stimoli esterni, egli agiva sotto gli impulsi dell'istinto e ne interiorizzava l'azione, che diventava, per ciò stesso, un'informazione. Dall'associazione delle azioni interiorizzate (informazioni) egli ricavava dei messaggi (l'uomo di Neandertal era solo alla stadio dell'informazione interiorizzate, solo l'uomo di Cro-Magon arrivò allo stadio dell'associazione).

"originariamente il principio generale dell'associazione era strettamente connesso con il problema della rievocazione: il principio afferma che quando un qualche evento o esperienza passata viene rievocata, l'atto stesso della rievocazione tende a riportare alla coscienza tutti gli altri eventi o esperienze che hanno una qualche relazione con l'evento o l'esperienza rievocata " (Britannica, 1962, II: 563).

Questi messaggi rievocati causavano una maggiore specializzazione del cervello, che acquisiva, così, nuove capacità, le quali lo mettevano in grado di rielaborare una maggiore quantità di informazioni.

CONTINUA
www.franco-felicetti.it

Nessun commento: