sabato 17 dicembre 2011

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (32)

L’UOMO SI STACCA DAL RAMO DELLE SUE CUGINE SCIMMIE

L'acquisizione di queste sue abilità fondamentali, che lo hanno fatto staccare per sempre dal ramo delle sue cugine scimmie, lo ha fatto entrare nella seconda fase ( quella pre-logica o pre-operativa ) del suo sviluppo mentale, in cui egli " attribuisce a se stesso l'onnipotenza " ( Freud, 1970: 130 ). In questa fase egli sa " come è fatto il mondo, [ lo sa ] al modo stesso in cui [ percepisce ] sè medesimo " ( Freud, 1970: 134 ): dotato di vita e di intenzionalità.

" Inizialmente è vivente qualsiasi oggetto che abbia un'attività, essendo questa essenzialmente relativa all'utilità dell'uomo... Poi la vita è riservata ai mobili e infine ai corpi che sembrano dotati di moto proprio, come gli astri e i venti. Alla vita è ricollegata, d'altra parte, la coscienza, non una coscienza identica a quella dell'uomo, ma il minimum di consapevolezza e intenzionalità necessarie alle cose per compiere le loro azioni e soprattutto per muoversi e dirigersi verso le mete loro assegnate (finalismo)... L'animismo e il finalismo esprimono una confusione o mancanza di distinzione tra il mondo interiore e soggettivo e l'universo fisico, e non un prevalere della realtà psichica interna " ( Piaget, 1967: 34-35 ).

E' stata questa necessità-bisogno di capire la realtà circostante, unitamente a quella di risolvere i problemi così come essi venivano ponendosi, senza sottovalutare la necessità-bisogno di soddisfare la propria curiosità, così caratteristica dell'uomo di tutte le epoche, che hanno creato quell'attività di pensiero, senza la quale non ci può essere sviluppo, che ha consentito l'accumularsi di una massa enorme di conoscenze che, innalzando costantemente il suo livello di struttura mentale, ha dato all'uomo, nell'epoca moderna, quella onnipotenza che si era attribuita confusamente nella fase pre-logica. E questa rivendicazione di onnipotenza cosciente avverrà in Inghilterra, a partire dal XVII secolo, ad opera di Francesco Bacone, anche se gli strumenti per ottenerla saranno messi a punto da altri.

La confusione di pensiero tra il mondo interiore ed esteriore era la tappa obbligata per raggiungere l'abilità di dare ordine alla propria esperienza e fare una nuova sintesi che superasse la prima.

Nella fase logica concreta, l'uomo rimane ancora attaccato al mondo della natura, non più per percepirlo come animato e dotato di intenzionalità, ma per percepirlo come realtà separata dal proprio io, su cui inizia a fare delle riflessioni per trarne tutte quelle conoscenze che gli consentiranno di avanzare ulteriormente.

Se nella fase precedente aveva sviluppato il pensiero intuitivo, in questa egli incomincia a sviluppare quello deduttivo. Con questo nuovo strumento (capacità intuitiva-deduttiva) interpreta il mondo del reale ed acquisisce il principio di causalità, che prima gli mancava. Anche la lingua subisce una maggiore specializzazione. Si formano strutture più complesse che lo mettono in grado di esprimere la nuova articolazione di pensiero logico-concreto.

CONTINUA

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