giovedì 25 settembre 2008

IL CENTRO STORICO DI COSENZA MUORE PER CONDANNA DELL’UOMO

I MURI DEL CENTRO STORICO NON SI TOCCANO!. Questo è il refrain che si sussurra negli ambienti che si ammantano di sigle prestigiose (UNESCO, ITALIA NOSTRA, etc… etc.) per nascondere la forte miopia da cui sono affetti.

Forse sarebbe il caso di ripetere le parole di Cristo sulla croce: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Come ha bene scritto Rosita Gangi su “IL QUOTIDIANO”, con il progetto “il centro storico come città del tempo libero”, i muri del centro storico perderebbe solo la muffa. I murales, di cui parla il progetto, non sono di FANTASIA, ma sono MURALES TEMATICI.

Il loro tema è la storia. Quella storia di cui quei muri sono stati testimoni e i cui abitanti del tempo hanno vissuto sulla propria pelle.

E’ la storia dei Bruzi-romani. E’ la storia dei Normanni (Francia, Inghilterra). E’ la storia degli Svevi (Germania). E’ la storia degli Aragonesi (spagna). E’ la storia degli Angioini (Francia).
Tutti popoli che hanno contribuito, nel bene e nel male, a fare la storia di Cosenza antica e hanno aggiunto “viuzza” a “viuzza”.

I muri di oggi sono impregnati di questa storia che ha fatto di Cosenza l’Atena della Calabria. E su questi muri, che alcuni vogliono intoccabili, si vuole scrivere-raccontare questa storia trasfigurata in espressione artistica per farne un RICHIAMO turistico a livello europeo. Ma non solo questo. Hanno anche un funzione pedagogica: far prendere coscienza a noi posteri delle nostre radici.

Quanti di noi sanno che la Rocca Bretica, di cui ha parlato Rosita Gangi su “IL QUOTIDANO”, rappresenta lo SPARTIACQUE nella storia dei BRUZI? Da SERVI dei Lucani, dopo la strepitosa vittoria, diventano UOMINI LIBERI e incominciano a costruire il loro futuro. Un futuro brillante a cui i romani hanno messo fine prematuramente.

Quanti di noi sanno che la battaglia della Rocca Eretica fu condotta da UNA RAGAZZA BRUZIA? Con ben QUATTRO SECOLI DI ANTICIPO sulla più famosa BOADICEA, la ragazza britannica che, nel 60 d.C., capeggiò la rivolta contro gli odiati Romani che occupavano l’odierna Inghilterra.

Boadicea non fu fortunata come la ragazza bruzia, ma gli inglesi ne hanno fatto il CAMPIONE DELLA LORO LIBERTA’ e la sua statua si trova davanti al parlamento inglese ad imperitura memoria.

Ecco questa è la storia che i murales del progetto vogliono raccontare. Innalzeremo anche noi una statua alla più fortunata ragazza bruzia a simbolo della determinazione e del coraggio di Bruzi, di cui noi siamo figli? Perché gli storici dell’università della calabria non fanno una ricerca per dare un nome a questa ragazza?

Perché la sua statua non metterla sul ponte Mario Martire rivolta verso la “sua” Rocca Bretica (quartiere di Santa Lucia)?.

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