martedì 3 gennaio 2012

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (36)

L’UOMO CONQUISTA IL PENSIERO LOGICO

"Tutta la storia passata dell'uomo è un preludio alla sua capacità odierna di un pensiero logico [formale]" (Copeland, 1974: 35). Pensiero logico che, tuttavia, l'uomo ha incominciato ad acquisire con le prime civiltà urbane, ma a livello diverso, o - se vogliamo - ad una maturità diversa.

La storia dell'uomo è stata una successione di stati di maturità. In ogni epoca, l'uomo storico ha raggiunto la sua maturità, ma ad un livello diverso, generalmente superiore a quello precedente, tranne nell'epoca medievale occidentale, quando si ebbe un regresso.

In termini piagetiani, ogni maturità raggiunta (forma), o massimo livello di struttura mentale per quell'epoca, costituiva il contenuto della forma successiva. E questo è il principio che ha guidato l'evoluzione mentale dell'uomo nella storia.

Quando un popolo, una civiltà, o uno Stato, aveva raggiunto la sua maturità (forma), aveva preparato, per ciò stesso, il contenuto per l'uomo della civiltà successiva. "Attraverso questo processo, gli stadi dello sviluppo cognitivo dimostrano un'essenziale relatività di forma e contenuto, poichè ciò che è forma ad un livello diventa contenuto al successivo. Così le strutture operative concrete sono forma rispetta al livello senso-motorio che esse soppiantano, ma sono contenuto rispetto all'operatività ipotetica-deduttiva che ancora deve venire" (Rotman, 1977: 83).

La forma delle civiltà dell'Antico Oriente (pensiero transduttivo) costituì il contenuto della forma della civiltà greca (pensiero operatorio concreto), come quest'ultima costituì il contenuto della forma della civiltà europea (pensiero operatorio formale).

Per riassumere, il concetto di maturità è relativo, non assoluto. E questo è vero sia per l'uomo come specie, sia per l'individuo. La maturità assoluta, per l'uomo, se esiste, si avrà solo quando egli avrà imparato ad utilizzare tutte le capacità-possibilità del suo organo cervello, che ora, come abbiamo visto, utilizza solo al tre per cento.

Ma anche allora, non è certo che non ci sarà un livello successivo. Se le capacità del cervello sono quelle di assimilare, organizzare, connettere, inventare, ecc., è probabile che egli troverà un modo nuovo di utilizzare questa capacità-abilità, per cui la fine potrebbe significare un nuovo cominciamento.

Già altre volte, l'uomo ha dimostrato di avere questa possibilità. Quando si credeva che ormai avesse raggiunto il massimo delle sue possibilità nel campo della conoscenza, c'è stato sempre qualcuno, individuo, nazione o civiltà, che ha fornito un nuovo paradigma ed il cammino è ripreso, ma su un altro binario. Non sarà questo il caso prossimo venturo ?

La civiltà europea, di cui l'Inghilterra fa parte, è figlia dell'eredità sociale dell'uomo che ha realizzato se stesso nella storia. Nel XVI secolo dell'era moderna, in Inghilterra si erano create le condizioni per la nascita di un uomo nuovo, ma vecchio quanto la storia, che era destinato a prendere in mano i destini dell'umanità per condurla verso un nuovo ed impensabile traguardo: quello del sovvertimento totale dell'organizzazione sociale e produttiva, che era esistita sin dalla notte dei tempi, e dell'instaurazione di un nuovo sistema di produzione che avrebbe cambiato il volto del mondo.

CONTINUA
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