sabato 6 giugno 2009

PESSIMISMO O OTTIMISMO? DILEMMA DI OGGI. DILEMMA DI SEMPRE

La crisi economica, che attanaglia tutti gli Stati del mondo, in Italia ha preso anche un risvolto psicologico. Il Governo, con in testa Berlusconi, ha invitato la popolazione ad avere un atteggiamento OTTIMISTICO. Non per negare la crisi, ma per renderla meno dura non lasciandosi trascinare dalle difficoltà che certamente ci saranno.

L’OPPOSIZIONE, invece, ha abbracciato l’esatto contrario: la crisi è gravissima. Diffondendo una visione PESSIMISTICA. Pensando di mettere in difficoltà il Governo agli occhi di una popolazione che vive sulla propria pelle i morsi delle difficoltà economiche.

Chi ha ragione, il governo di Berlusconi o l’Opposizione? Sono due atteggiamenti mentali molto diffusi nella psicologia individuale, ma anche nella psicologia collettiva dei popoli.

LA storia ci ha consegnato due esempi di popoli che si sono caratterizzati anche per la loro differente VISIONE DELLA VITA. Una visione PESSIMISTICA quella dei popoli MESOPOTAMICI. OTTIMISTICA quella degli Egiziani.

Ma queste erano società dove l’INDIVIDUO ancora non esisteva. Esisteva solo la MASSA INDISTINTA del popolo. Ecco perché la loro era una PSICOLOGIA COLLETTIVA. Oggi, nelle società democratiche, questo è impossibile. In queste società è l’individuo che fa la differenza. Egli è libero di autodeterminarsi.

Ma non è stato così nelle DITTATURE DEL XX SECOLO. Le dittature aborriscono l’INDIVIDUO. Esse hanno bisogno dell’UOMO-MASSA a cui impongono surrettiziamente una PSICOLOGIA COLLETTIVA che meglio consente loro di raggiungere i loro fini ed i loro obiettivi.

Ma nelle prime civiltà dell’uomo, la PSICOLOGIA COLLETTIVA era la norma.

L'uomo mesopotamico, per esempio, aveva una VISIONE PESSIMISTICA DELLA VITA. Credeva di essere stato creato per servire gli dèi e i loro rappresentanti in terra: i re-sacerdoti, i soli ad essere dotati di individualità (come il dittatore moderno).

Era l'ambiente stesso che portava l’uomo mesopotamico a queste conclusioni. Da solo era impotente contro una natura che non era stata benigna. Ogni pezzo di suolo coltivabile era stato strappato agli straripamenti primaverili dei fiumi Tigri ed Eufrate con enormi sforzi collettivi che venivano attribuiti alla volontà degli dèi.

Gli dèi avevano creato tutto sin dalle origini. Ogni oggetto, ogni attrezzo era stato creato dagli dèi. La funzione dell'uomo era quella di mettersi al servizio e produrre per il tempio. Tranne i piccoli piaceri, quest’uomo non doveva aspettarsi nulla dalla vita.

Nè aveva speranza di migliorare la sua situazione nell'al di là. La religione gli prospettava un'eternità di sofferenze ancora maggiori. Gli dèi mesopotamici non erano benigni. Erano terribili e spietati ed avevano il più totale predominio su di lui.

Gli Egiziani, al contrario, avevano una VISIONE OTTIMISTICA DELLA VITA. La natura era stata benigna con loro. Avevano un fiume, il NILO, che portava le sue fertilissime piene nei mesi estivi. In autunno, al tempo della semina, le sue acque si ritiravano e lasciavano sul terreno il LIMO, un efficacissimo fertilizzante che rendeva il terreno pronto per la semina.

Per conoscere le stagioni dei lavori dei campi, essi non avevano bisogno di scrutare il cielo, come l’uomo mesopotamico, per trovare una stella di riferimento.

Per gli egiziani, Il ritiro delle acque del fiume era il segnale che il tempo della semina era arrivato ed erano sicuri che il raccolto sarebbe maturato prima della prossima piena del Nilo.

Al contrario degli dèi mesopotamici, gli dèi egiziani erano benigni. Erano dèi di giustizia. Avevano costituito un ordine sociale immutabile nel tempo perchè ritenuto giusto. Tutto era stato predisposto per rendere vita del popolo più facile.

A reggere quest'ordine di giustizia c'era il faraone, che era il garante della continuità voluta dagli dèi. Il faraone stesso era figlio degli dèi e, alla sua morte, li avrebbe raggiunti.

L’individuo degli Stati democratici dei nostri giorni, nei suoi atteggiamenti psicologici, è libero di essere OTTIMISTA O PESSIMISTA. Ma fino ad un certo punto. C’è una COMPONENTE GENITICA che gioca un ruolo molto importante. Pessimista o ottimista si nasce.

Il pessimista, di solito, è anche un INSICURO. Ecco perché la scienza psicologica dei nostri giorni ha elaborato dei metodi per combattere gli aspetti più negativi di questo atteggiamento mentale.

Il mezzo bicchiere vuoto, di chi vede per prima gli aspetti negativi di ogni cosa (pessimista), può diventare il mezzo bicchiere pieno dell’ottimista.

Questi studi sul pessimismo ci fanno capire quale atteggiamento mentale è ritenuto più confacente ad una società in crescita. Le grandi aziende multinazionali del mondo moderno, prima di assumere un nuovo dirigente, a qualsiasi livello, stanno molto attente al suo atteggiamento psicologico. Gli ottimisti sono preferiti. Il pessimista difficilmente ottiene il posto.

Questo l’ho verificato sulla mia pelle. Per ragioni che non dico, da giovane, in America, sono stato costretto a sottopormi ad un TEST PSICOLOGICO per l’eventuale assunzione in una grossa compagnia di assicurazione. Io non volevo quel posto, ma non potevo dirlo a chi me lo proponeva.

Allora sono ricorso alla manipolazione del TEST. Ho delineato di me stesso una personalità pessimista a fosche tinte. Il posto mi è stato negato. Naturalmente, con motivazioni diverse dal mio (presunto) pessimismo.

Ma un ottimista NON PASTICCIONE sa che non può agire sulle ali dell’entusiasmo della propria visione positiva delle cose.

All’OTTIMISMO DELLA VOLONTA’ deve essere associato il PESSIMISTO DELLA RAGIONE. Cioè a dire, ogni azione, prima di essere messa in esecuzione, deve essere sottoposta al VAGLIO CRITICO DELLA RAGIONE.