lunedì 25 marzo 2013

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (81): I FILOSOFI IONICI: TALETE

Ecco qual è stata la rivoluzione dei fisici della Ionia. Essi utilizzavano le conoscenze acquisite per dare una spiegazione fisica e non religiosa dell'universo, come avevano fatto le civiltà precedenti. Essi non trattavano più caso per caso (intelligenza transduttiva), ma erano capaci di relazioni d'insieme (intelligenza intuitiva), anche se ancora non spiegabili razionalmente. La spiegazione razionale è semplicemente accennata, s'intravvede, ma è ancora lontana. "In quanto al metodo scientifico non si può supporre la sua esistenza in un periodo in cui la logica-deduttiva ed induttiva non esisteva (Beare, 1906: 4). La spiegazione razionale sorgerà, in tutta la sua potenza, nel corso del V secolo, quando tutti i suoi elementi si saranno formati uno ad uno: dal concetto di ordine, classificazione, definizione, generalizzazione, reversibilità, al principio di identità, della dialettica, della logica, per finire ai metodi stessi della razionalità: induzione, assioma, deduzione, sillogismo, ecc. "La tendenza filosofica rappresentata dai presocratici è stata a volte chiamata 'materialismo', con l'eccezione di Anassagora. Ma dobbiamo ricordarci che la distinzione tra natura e spirito, tra materia e mente, era completamente estranea all'originario pensiero greco. “I greci hanno sempre immaginato la natura come animata. Sarebbe più corretto parlare di ilozoismo. Il problema della vita e della mente non esiste per questi pensatori, Poiché tutto è vivo e la mente pervade tutto, sebbene con varia gradazione"(Runade-Kaul,1967,II:28). Talete (624-547) fu il primo che iniziò questo nuovo tipo di indagine. Le sue riflessioni sulla matematica "acquistano un significato considerevole se confrontate con quelle egiziane. Il punto di vista egiziano fu fondamentalmente pratico, specifico, induttivo; mentre i greci mostrano già la loro caratteristica tendenza alla generalizzazione astratta, alla prova logica e al metodo della scienza deduttiva. La maggior parte delle conoscenze di Talete erano di provenienza egiziana, ma questi non seppero metterli in relazione tra di loro. Per i greci, invece, queste conoscenze segneranno l'inizio dello straordinario sviluppo della geometria" (Sedgwick-Tyler, 1917: 45). La capacità di Talete, ed invero di tutti i pensatori presocratici, fu quella di trarre delle generalizzazioni dalle conoscenze che i babilonesi e gli egiziani avevano accumulato nei millenni. Così egli fu il primo a dare una precisa definizione delle figure geometriche senza inventare nulla. Egli, infatti, definì i primi cinque teoremi della geometria: il cerchio è bisecato dal suo diametro, gli angoli alla base di un triangolo isoscele sono uguali, gli angoli opposti di due rette intersecantesi sono uguali, l'angolo inscritto in una semicirconferenza è un angolo retto, un triangolo è predeterminato se ne sono dati la base e gli angoli rispettivi ad essa. Con queste generalizzazioni nasceva la matematica moderna. "La matematica che non solo risponde alla domanda 'come'?, alla maniera della matematica orientale, ma si pone anche la domanda che caratterizza la scienza moderna 'perchè'? " (Struik, 1981:52). Talete stabili l'acqua come elemento fondamentale che generava tutte le cose animate ed inanimate. Sull'acqua giaceva la terra. "La sua affermazione che il mondo è fatto di acqua (o a partire dall'acqua) implicò un nuovo, e in potenza rivoluzionario, rivolgimento concettuale" (Hall-Hall, 1979: 20) perchè ci si emancipava dal divino per mettere al suo posto la natura, anche se ancora una natura animata secondo la tradizione delle civiltà precedenti. Talete è importante non solo perchè egli formulò la prima generalizzazione da cui, più tardi, scaturirà il pensiero deduttivo (Neale-Neale, 1971: 3-4), la massima conquista dei greci, ma anche perchè egli dimostra due cose: l'influenza che egli subì dal pensiero delle civiltà del Vicino Oriente, che egli visitò a più riprese,e la sua vocazione a trovare una spiegazione naturale al mondo fisico che si emancipasse dalla visione antropomorfica del mito. Comunque, sembra che Talete non avesse la capacità di provare le sue generalizzazioni, anche se egli cercò, con il suo metodo della sovrapposizione, di fornire una qualche dimostrazione (Fritz, 1988: 20). Egli, e gli altri pensatori della scuola Ionica, operava a livello intuitivo e non razionale. Le sue generalizzazioni non scaturivano da rigorose dimostrazioni logiche, come avverrà da Parmenide in poi (il vero inventore, con il suo principio di identità, del pensiero razionale), ma scaturivano dal comune buon senso. Egli fissò coscientemente anche il concetto di similitudine, che era stato usato per prima da Omero, se è vero che egli misurò la piramide attraverso la sua ombra. Il principio primordiale delle cose, intuito da Talete, può essere definito il principio di causa materiale? Non ancora, anche se l'intuizione andava in questo senso. Certo, lo spostamento è notevole. Prima di lui predominava il principio antropomorfico delle cose (mito): egli spostò l'interesse verso il principio impersonale e materiale delle cose, che era pur presente nella spiegazione mitica, ma non era percepito in quanto il deus ex machina era il dio. Talete, dal mito babilonese della creazione del mondo, in cui Marduk creò tutte le cose dalle acque, "tolse la figura di Marduk... [e affermò] che tutto era stato creato dalle acque attraverso un processo naturale, come nell'origine del delta del Nilo " (Farrington,1982: 37). Era una diversa lettura del mito, dove il dio veniva completamente eliminato e la natura veniva alla ribalta. Era l'inizio dell'affermazione della conoscenza razionale del mondo fisico. CONTINUA www.franco-felicetti.it

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