lunedì 13 agosto 2012

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (63)


L’UOMO DELL’ANTICO ORIENTE PRIGIONIERO DEL SUO PARADIGMA CULTURALE

Le civiltà dell'Antico Oriente erano rimaste vittime del livello di struttura mentale che esse stesse avevano maturato in millenni di storia.

Elaborato il primo paradigma culturale che la storia conosca, nel primo millennio della loro storia, esse ne rimasero prigioniere per tutto il resto della loro esistenza come civiltà e divennero, di conseguenza, incapaci di ulteriore sviluppo.

Esse non varcarono mai la soglia DELL'INTELLIGENZA PRE-CONCETTUALE. Nelle iscrizioni delle primissime (come delle ultime) dinastie in Egitto, o nelle iscrizioni dei popoli che si avvicendarono, nei millenni, in Mesopotamia, troviamo sempre un elenco delle opere fatte, o dei fatti accaduti, esposti in modo narrativo e senza la benchè minima riflessione su di essi: sono singoli fatti messi uno accanto all'altro senza un collegamento d'insieme tra di loro.

La loro attività intellettuale non andava oltre la semplice riproduzione dei dati dell'esperienza percettiva. Le informazioni che esse ricavavano dalla loro attività quotidiana, o dalla loro esperienza di vita, non venivano organizzate e sistematizzate, ma venivano sistemate una accanto all'altra (sincretismo) senza alcun ordine, il cui concetto era loro estraneo.

L'attività di pensiero, intesa come riflessione sui dati acquisiti per dare loro un ordine, una classificazione, per dare loro una definizione o metterle in relazione, era completamente assente.

Nella loro esperienza di millenni, esse non riuscirono a maturare i concetti che le avrebbero messe in grado di riflettere sulla loro esperienza e cosi maturare un secondo livello di struttura mentale. Eppure, nelle conoscenze che esse avevano acquisito e prodotto questi concetti erano insiti, ma esse non seppero cavarli fuori.

"Esse potevano risolvere correttamente equazioni complesse, ma sempre in termini numerici, e sempre con esempi concreti, poiché non possedevano la NOZIONE DI GENERALITA’. Secoli dopo, i loro risultati furono usati dai matematici greci che avevano inventato i metodi generali" (Hall-Hall, 1979: 12).

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