giovedì 3 giugno 2010

L’INTELLIGENZA:L’ARMA VINCENTE DELL’UOMO (3)

L’UOMO COSTRUTTORE DELLA SUA MENTE

L'uomo primitivo e l'uomo moderno hanno avuto ANATOMICAMENTE e BIOLOGICAMENTE le stesse potenzialità. Solo che l'uomo primitivo non poteva sfruttare queste potenzialità perchè il suo cervello era ancora allo stato grezzo. Era una lavagna dove non c’era scritto nulla perchè non aveva ancora acquisito esperienze-conoscenze.
Il Cervello, per acquisire la sua SPECIALIZZAZIONE, e diventare MENTE, ha seguito questo processo: un lunghissimo periodo storico di ACCUMULAZIONE e di CODIFICAZIONE delle CONOSCENZE acquisite attraverso le esperienze quotidiane (scheggiare-levigare la pietra, accendere il fuoco, ecc.); poi ha imparato ad ORGANIZZARE E TRASFORMARE queste conoscenze.
Infine, attraverso la TRASMISSIONE ORGANIZZATA, ha imparato ad UTILIZZARE QUESTO SUO “SAPERE”. Solo quando è arrivato a questo punto (epoca moderna) ha incominciato a PRODURRE CONOSCENZE A GETTO CONTINUO con l’ausilio del METODO SCIENTIFICO.
"la trasmissione organizzata è incominciata con l' istituzionalizzazione del progresso scientifico.“L'accumulazione delle conoscenze, specialmente della conoscenza scientifica, è praticamente senza limiti.
“Ma questo processo di accumulazione è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per la possibile continuazione dell'EVOLUZIONE BIOLOGICA. Però è certamente una condizione “sine qua non” per l'ULTERIORE SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA" (Leinfellner, 1983: 166).
I neurologi hanno stimato che, nella fase attuale, l'uomo usi solo il due o tre per cento delle potenzialità dei NEUROTRASMETTITORI interni del cervello (Koesler, 1959: 514). E questo è molto importante ai fini dello sviluppo della sua intelligenza futura.
Ma come è avvenuto questo processo? Noi sappiamo che, biologicamente, l'uomo è rimasto immutato da almeno diecimila anni. Sappiamo anche qual è stata la sua evoluzione.
Dalla primordiale forma di pesce che vive nelle acque tiepide e salmastre di un mare primordiale (Tetide), alla forma di un anfibio, per passare poi a quella di rettile, per raggiungere, infine, quella di mammifero.
La storia di questa evoluzione (FILOGENESI) è inscritta dentro ognuno di noi esattamente così come si è svolta. Essa si ripete ogni qual volta un ovulo viene fecondato.
Nella vita del feto si riproducono (ONTOGENESI), secondo la "LEGGE DI RICAPITOLAZIONE" di Hackel,le tappe dell'evoluzione dell’uomo. C'è uno stadio nello sviluppo del feto in cui si somiglia ad un pesce (che vive nello stesso ambiente tiepido e salmastro del mare primordiale), poi ad un anfibio e, infine, a un mammifero.
Così, nell'ONTOGENESI, si ripercorre, in nove mesi, il cammino che nella FILOGENESI ha richiesto milioni di anni. Ricerche più recenti hanno dimostrato che l'ontogenesi dell'uomo si può scrivere anche per altre strade: quella del DNA o acido desossiribonucleico.
I genetisti hanno dimostrato, attraverso l'esame del DNA, che l'uomo differisce dalle SCIMMIE ANTROPOIDI, dal punto di vista genetico, soltanto dell'un per cento.
Questo significa che l'uomo, con quell'un per cento, ha saputo costruire la sua EVOLUZIONE MENTALE E CULTURALE..
L'EVOLUZIONE BIOLOGICA è il prodotto del caso e della necessità (Jacob, 1971) ed appartiene al regno della BIOGENETICA. L’ EVOLUZIONE MENTALE è, invece, il PRODOTTO, via via sempre più cosciente, dell'UOMO ed appartiene alla PSICOLOGIA GENETICA e alla EPISTEMOLOGIA GENETICA.
Questo "processo di SVILUPPO MENTALE... sembra svolgersi, con un notevole parallelismo, sul piano della STORIA DELLA CULTURA e su quello della STORIA DELL’INDIVIDUO" (Petter, 1971).

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