giovedì 7 gennaio 2010

FRANCO FELICETTI’S STORY (19)

LA SCOPERTA DELL’ALTRA FAMIGLIA AMERICANA

Ma un’altra cosa che cambiò il mio atteggiamento mentale, e mi segnò per sempre, fu la famiglia in cui abitavo a pensione completa.

Era una famiglia in cui la donna era una divorziata,. con due figli, risposata. L’uomo era al suo primo matrimonio. Il loro era un matrimonio MORGANATICO. Nel senso che la donna apparteneva ad una classe socialmente più elevata. L’uomo era commesso in un LIQUOR STORE. Uno spaccio di liquori, che da noi sarebbe improprio tradurre come ENOTECA.

Quest’uomo era incolto, mentre lei una certa cultura l’aveva. Io entrai in quella famiglia quando era appena nato il primo figlio della nuova coppia. I due figli di primo letto (14 e 11 anni) non avevano mai avuto un rapporto di amore con il patrigno. Ma la nascita del nuovo “fratello” li aveva resi dei subalterni, anche se cercavano di nasconderlo a se stessi.

La vita in famiglia girava intorno al “principino”, come lo chiamavo io. Allora ho capito chi pagava il costo più grosso di un eventuale divorzio: i figli. Quella famiglia “mista” mi fece andare con la mente anche alla mia “mista” famiglia d’origine. Con una grande differenza. Da noi non c’erano “principini”. Eravamo tutti “principini” e la solidarietà umana nella sofferenza ci fece sviluppare un grande attaccamento.

Ho detto a me stesso: non è giusto che il costo venga pagato dai figli. I figli dovrebbero essere sacri. Loro non hanno alcuna colpa in un matrimonio sbagliato. I genitori dovrebbero trovare un MODUS VIVENDI tra di loro per garantire ai propri figli un sviluppo psicofisico senza traumi fino all’età della maturità.

Di questa famiglia, tuttavia, conservo un caro ricordo. Non ero l’unico pensionante in quella casa. Ma io ero il preferito perché cercavo, il più possibile, di integrarmi con loro. Ero pieno di attenzioni verso tutti. Ma lo facevo all’italiana. Con molto calore.

Quando ricorse l’onomastico della padrona di casa mandai un bouquet di fiori i cui colori richiamavano la bandiera italiana. Ricordo che la figlia più grande, tutta eccitata, corse nella mia stanza per farmelo vedere. La poverina non aveva letto il biglietto di accompagnamento.

A pranzo, la padrona di casa mi ringraziò mettendosi a piangere: “No one was ever so kind to me as you have been, Franco!”. Di fiori di quella bellezza non ne aveva mai ricevuti. E il bouquet, in effetti, era bellissimo.

Quando lasciai la famiglia per ritornare in Italia, vollero farmi un regalo. Forse un regalo più bello e più gradito non potevano farmelo: una Bibbia. La KING JAMES VERSION. La Bibbia Anglicana, con questa dedica: “HOPING YOU WILL ACCEPT THIS WITH OUR VERY BEST WISHES FOR YOUR SUCCESS UPON YOUR RETURN TO ITALY”.

Avevano visto che io ero un assiduo lettore della Bibbia. Nella mia stanza ce n’erano due. La VULGATA cattolica e la PROTESTANTE di LUTERO. Mancava la BIBBIA ANGLICANA. Loro hanno colmato la lacuna.

CONTINUA

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