martedì 7 febbraio 2012

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (43)

L’UOMO IMPARA A RISPONDERE ALLE SFIDE DEL MONDO FISICO

E' con l'uomo di Cro-Magnon che si fa il primo balzo definitivo. Egli è l'erede della esperienza dei suoi predecessori (Jones, 1941: 7). Le sue qualità intellettuali si sono affinate. Egli è capace di formulare il pensiero, anche se ancora in forma embrionale.

Sa evocare e rappresentare immagini. Ha inventato nuovi utensili che gli consentono di cacciare i grossi animali. Ha capacità selettive. Ha creato la prima società allargata a più nuclei familiari. E' capace di fare la prima e grossolana organizzazione delle informazioni per ricavarne nuove conoscenze.

I fenomeni della natura non sono accettati passivamente e con terrore panico, ma vengono rozzamente interpretati come l'attività di entità coscienti e volitive che egli può influenzare attraverso la rappresentazione mimetica.

In breve, avendo acquisito l'abilità del pensiero ed essendo in possesso di un relativamente evoluto mezzo di comunicazione orale, egli ha posto le basi della futura evoluzione culturale e psicologica della società umana.

Le sue rappresentazioni mentali erano strettamente legate alla sua limitata esperienza di vita. Era il mondo quotidiano che gli forniva la possibilità delle prime associazioni: le difficoltà incontrate nelle caccia grossa; l'impossibilità di abbattere un animale troppo grosso, magari gli suggeriva l'invenzione di un nuovo utensile che ovviasse al problema.

La difficoltà di difendersi adeguatamente dal freddo gli suggerì di coprirsi con le pelli degli animali uccisi e, successivamente, di unire più pelli per avere una protezione maggiore.

L'uomo di Cro-Magnon non dava più risposte meccaniche alle sfide quotidiane, come avevano fatto i suoi predecessori. Egli aveva imparato, in forma inconscia, ad utilizzare quella massa di neuroni che si era formata nella lunga storia dell'evoluzione biologica dell'uomo e che non era necessaria per la coordinazione dei movimenti e la ripetizione meccanica delle azioni.
Egli aveva imparato, senza averne coscienza, che essa serviva per capire la realtà che lo circondava e che gli poneva sfide quotidiane.

Il suo era un capire rudimentale e semplice. Non era ancora in grado di associare o interconnettere più informazioni. Erano semplici idee che maturavano alla luce della esperienza, magari fortuita.

Era in possesso del fuoco, ed era un mangiatore di carne. Forse l'accidentale caduta di un pezzo di carne sul fuoco o il cosciente tentativo di mettere un pezzo di carne sul fuoco per vedere cosa succedeva, gli fece scoprire che la carne cotta era migliore e quindi ne acquisì l'idea.

Così nacquero tutte le altre esperienze dell'uomo sapiens: casi fortuiti o tentativi coscienti per superare una difficoltà o per soddisfare una curiosità. "Il primo passo verso la conoscenza scientifica è costituito dalla meraviglia e dalla curiosità" (Sedgwick-Tyler, 1917: 5).

Quest'ultima fu una molla allo sviluppo che non bisogna sottovalutare. La curiosità è nata con l'uomo ed è stata una delle fonti principali della sua evoluzione culturale. "La curiosità esplorativa dell'uomo, il suo gusto per l'imitazione, e per la manipolazione fine a se stessa, senza il proposito di ulteriori ricompense, erano già visibili nei suoi antenati scimmieschi " (Mumford, 1969: 19).

CONTINUA
www.franco-felicetti.it

Nessun commento: