mercoledì 17 agosto 2011

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (15)

GLI STORICI

Gli storici, che si occuparono di storia universale in modo sistematico e con una ricerca immensa, sono due: Osvald Spengler ( tedesco ) e Arnold Toynbee ( inglese ). Tutti e due appartengono al secolo XX e scrissero la loro opera a poco distanza l'uno dall'altro, ma le concepirono entrambi nello stesso periodo: gli anni precedenti la prima guerra mondiale. Fu questo primo grande conflitto mondiale, che già si preannunciava nell'aria, che fece loro sentire il bisogno di dare una risposta ai problemi del loro tempo ed entrambi si resero conto che questa risposta non poteva venire dall'esame della storia recente, ma doveva essere ricercata in un quadro più ampio.

Osvald Spengler scrive: " nel 1911 avevo intenzione di desumere, dallo studio di alcuni fenomeni politici del tempo presente e da quel che da essi si poteva desumere per l'avvenire, qualcosa di proprio a più vasti orizzonti. La guerra mondiale, forma esteriore già divenuta inevitabile della crisi storica, era allora imminente e si trattava di comprenderla partendo dallo spirito non dei precedenti anni, ma dei precedenti secoli. Nel corso di quel lavoro, allora ristretto, dovetti convincermi che per comprendere davvero l'epoca occorreva una documentazione assai più ampia... E alla fine apparve ben chiaro che nessun frammento della storia può essere davvero chiarito se non si sia prima lumeggiato il segreto della storia mondiale in genere, più propriamente quella della storia dell'umanità superiore intesa come unità organica dalla struttura periodica " ( Spengler, 1957: 82-83 ).

Per Toynbee " lo scopo dichiarato dello Study ..., almeno come fu concepito all'inizio, era di mettere a confronto tutte le civiltà conosciute dall'uomo per scoprire le cause del loro sorgere e decadere. Toynbee ci dice che lo stimolo per una tale ricerca gli venne d'improvviso nel periodo immediatamente precedente la prima guerra mondiale, quando, insegnante di storia antica ad Oxford, si trovò a leggere la storia della guerra Peloponnesiaca di Tucidide con occhi nuovi, con gli occhi di uno che sta per subire la medesima esperienza. L'affinità che da allora sentì per i Greci del V secolo a.C. in contrasto con i suoi antenati europei del Medio Evo, lo portò ad intraprendere uno studio comparativo di vasta portata. Questo, egli sperava, avrebbe potuto giustificare una predizione del destino di una civiltà occidentale che stava già sperimentando un tempo di conflitti " ( Dray, 1969: 130-31 ).

In apertura delle loro opere, entrambi mossero un attacco a fondo agli storici del tempo. Il primo affermò che gli storici non avevano saputo leggere la storia e, quando lo avevano fatto, " i mezzi per venire ad un serio risultato furono ignorati o inadeguatamente utilizzati " ( Spengler, 1957: 1 ). La storia, per Spengler, non può essere divisa in antica, medievale e moderna. Questo svolgimento lineare poteva essere frutto solo della miopia degli storici. In realtà, nella storia si è verificata una successione di " culture " o " civiltà ", ognuna con la propria inconfondibile individualità, e quindi lo studio della storia deve essere lo studio comparato di queste " civiltà ".

Il secondo accusò gli storici di avere una visuale limitata, incapaci di andare al di là della " storia parrocchiale ", cioè nazionale, la quale non è intellegibile se non è inserita nell'ambito della civiltà a cui appartiene ( Toynbee, 1934-1954 ).

CONTINUA
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