giovedì 14 luglio 2011

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (11)

CONDORCET (1)

Per Condorcet, M.J.A.N. Caritat marquis de Condorcet ( 1743-1794 ), matematico e filosofo, non furono gli eventi politici che determinarono l'evolversi della civiltà, ma il progresso delle conoscenze. La storia dell'uomo è la storia dell'intelletto umano e dell'affermarsi della ragione. Figlio del secolo dei lumi, Condorcet vide la storia universale come la progressiva conquista di sempre nuove conoscenze, che emancipavano l'uomo dalla superstizione e dall'ignoranza e sviluppavano le sue capacità razionali. Pe Comdorcet, tutta la storia dell'uomo si concludeva in dieci tappe o epoche. Nove, ai suoi giorni, erano già concluse. La decina era la storia del futuro, quella che veniva dopo la sua epoca.

Condorcet è poco interessato ai primi tre stadi: quello tribale, quello pastorale e quello agricolo. Nella prima epoca,egli sostiene, gli uomini incominciarono a formare le prime comunità ( tribù ), formate da più famiglie, e si diedero la prima e rudimentale organizzazione sociale con la divisione del lavoro ( l'uomo cacciatore, guerriero e politico; la donna raccoglitrice e addetta al rudimentale orticello domestico ) ed istituirono la prima e fondamentale divisione di classe, " che ha avuto sul suo cammino le più opposte influenze, accelerando il progresso dei lumi nel mentre diffondeva l'errore, arricchendo le scienze con verità nuove, ma anche precipitando popoli nell'ignoranza e nella servitù religiosa,
facendo acquisire qualche beneficio temporaneo con una lunga ed umiliante tirannia.

" Mi riferisco qui alla formazione di una classe di uomini depositari dei principi delle scienze, o dei metodi delle arti, dei misteri e dei riti della religione, delle pratiche della superstizione; spesso dei segreti della legislazione della politica. Mi riferisco alla separazione del genere umano in due classi: l'una destinata ad insegnare, l'altra fatta per credere; l'una che nasconde orgogliosamente ciò che si vanta di sapere, l'altra che riceve con rispetto ciò che ci si degna di rivelarle; l'una che vuole elevarsi al di sopra della ragione e l'altra che rinuncia umilmente alla sua e si riduce al di sotto della umanità, riconoscendo agli altri uomini prerogative superiori alla loro comune natura " ( Condorcet, 1974: 58-59 ).

Nella seconda epoca, quella pastorale, si incominciarono ad affermare le prime divisioni di censo e si introdusse il lavoro servile e la schiavitù fece la sua prima apparizione.

Nella terza, quella agricola, le comunità si organizzarono in popolo, non più migratore, non più cacciatore, ma sedentario, grazie alla scoperta dell'agricoltura. L'organizzazione sociale diventò più complessa e si affermarono le caste o classi sociali, le quali divennero ben presto depositarie di conoscenze ed abilità che tennero gelosamente segrete e le sfruttarono per tenere soggiogato il popolo, il quale fu lasciato deliberatamente nella più profonda ignoranza.

Tutte le nuove scoperte ( nell'astronomia, nell'aritmetica, ecc. ) e tutte le nuove invenzioni ( la scrittura, ecc, ) non vennero utilizzate per far progredire il popolo sulla via della conoscenza, ma vennero strumentalizzate a fini di potere. Erano esse che garantivano alle classi dominanti la perpetuazione del loro potere e,paghe di questo, esse non fecero nulla per portare avanti le loro osservazioni dei fenomeni naturali allo scopo di aumentare le loro conoscenze. Per questo motivo, queste società entrarono in uno lunghissimo periodo di stagnazione e di declino finchè non si affacciò sulla soglia della storia un nuovo popolo, che doveva fondare il cammino della civiltà su nuove basi: i greci.

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