giovedì 22 gennaio 2009

IL DIFFICILE COMPITO DI EDUCARE

Lasciatemi iniziare questo mio contributo sull’annoso problema di Via Popilia con un plauso a IL QUOTIDIANO, un giornale locale che tiene fede al suo motivo di essere: denunciare, vigorosamente, tutto quello che non va nella nostra città.

Ha fatto una lunga e meritevole battaglia sul centro storico. Ora ha iniziato a farla per Via Popilia, un quartiere in forte evoluzione urbanistica a cui non corrisponde un’altrettanta evoluzione sociale e psicologica.

Rosita Gangi ci informa che le nuove famiglie in arrivo non sono propense a mescolarsi nel quartiere. Hanno comprato casa nel quartiere, ma i loro figli non li iscrivono alla scuola media del quartiere, la Fausto Gullo. Preferiscono le scuole del centro città.

Hanno tutto il diritto di farlo, ma non sanno che, facendolo, possono provocare grossi traumi futuri ai loro figli. Sono ragazzi che devono vivere la loro adolescenza nel quartiere. Tenerli separati dai loro coetanei popiliani doc significa una sola cosa: emarginarli. Se non vogliono che frequentino i popiliani nella Fausto Gullo, certamente non vorranno che li frequentino nel quartiere. E allora sarà giocoforza farli vivere nel recinto del loro caseggiato o tenerli chiusi nel proprio appartamento.

A quell’età, i ragazzi hanno bisogno di incontrarsi e stare con quanti più coetanei possibili. Una personalità equilibrata e matura nasce solo se si ci arricchisce con le diversità di cui sono portatori gli altri. Portare i propri figli a Via Roma o a Via Negroni significa che i loro figli non conosceranno la psicologia del popiliano doc. Nelle loro ore libere lo eviteranno, se possono. Senza rendersi conto che, abitandoci, sono popiliani anche loro. Non popiliani doc, ma pur sempre popiliani, anche se acquisiti.

Questi genitori non sanno che mandando i propri figli alla scuola del quartiere otterrebbero due risultati non di poco conto. Farebbero dei propri figli degli uomini liberi in quanto avrebbero come amici tutti i ragazzi del quartiere che frequentano la Fausto Gullo. I compagni della zumbini o quelli della Misasi abitano in quartieri distanti e sono difficilmente frequentabili nelle ore libere pomeridiane.

Ma il secondo risultato sarebbe ancora migliore. La Fausto Gullo è la scuola con le strutture didattiche, ricreative e sportive migliori di Cosenza. Il Sole24ore l’ha definita la migliore scuola della Calabria. Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, ha detto, “questi giovanissimi della Fausto Gullo, hanno dato una vera e propria lezione di solidarietà e di civiltà. Hanno capito che la Fenice appartiene anche a loro e che é un simbolo della cultura, cioé dell'attività peculiare dell' uomo”.
E’ vero. La Fausto Gullo ultimamente si è appannata per una lunga presidenza non degna. Ma ora è retta da una persona di grande intelligenza e grande sensibilità umana, unita ad una ricca preparazione professionale.

Questo il suo impegno per la Fausto Gullo, che mi fece pervenire nel mio esilio volontario dopo pochi mesi che mise piede nella scuola come preside titolare: “E’ una splendida scuola la nostra…ma tanto difficile da gestire…Io non mi lascio scoraggiare dai problemi o dagli ostacoli anzi c’è un antico motto che mi ripeteva sempre il mio caro professore di greco del biennio “ tà calà estì calepà, tà calepà estì calà” ossia “il bello è difficile e il difficile è bello” che spero mi dia sempre l’entusiasmo di lavorare per la crescita culturale e sociale dei ragazzi che incontrerò nel mio percorso, con la speranza di fare della.Gullo la splendida scuola dell’aureo periodo “Felicetti”.

Allora, pur non conoscendola, io ho creduto e credo in questo impegno. Chiedo, con umiltà e vigore, nell’interesse dei loro figli, che ci credano anche i nuovi abitanti di Via Popilia.

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