giovedì 21 luglio 2011

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (12)

CONDORCET (2)

La quarta epoca è la storia dello spirito greco, che si dispiegò libero nella sua individualità. La ricerca della verità non era più appannaggio di caste o classi sociali. Politicamente, l'uomo greco non era sottomesso ad alcun dispotismo. Egli era libero e questa sua libertà aveva un nome: repubblica.

Un sistema politico in cui " tutti gli uomini conservavano un uguale diritto alla conoscenza della verità. Tutti potevano cercare di scoprirla per comunicarla a tutti, e tutta intera... Tuttavia, i loro saggi, i loro sapienti, che assunsero ben presto il nome più modesto di filosofi e amici della scienza, della saggezza, si smarrirono nell'immensità del piano troppo vasto che avevano concepito.

Essi vollero penetrare la natura dell'uomo e quella degli dei, l'origine del mondo e quella del genere umano. Essi provarono a ridurre l'intera natura in un unico principio, ed i fenomeni dell'universo ad una legge unica. Cercarono di racchiudere in una sola regola di condotta sia i doveri della morale sia il segreto della felicità.

" Così, invece di scoprire verità, formarono sistemi, trascurando l'osservazione dei fatti, per abbandonarsi alla loro immaginazione; e non potendo difendere le loro idee con prove, cercarono di difenderle con sottigliezze " ( Condorcet, 1974: 85 ).

La quinta epoca, che inizia dopo la divisione della scienza nel secolo di Aristotele, vide il trasferimento del centro del sapere ad Alessandria d'Egitto ad opera dei Tolomei. Qui si verificò un grande progresso delle scienze, frutto non di osservazioni sistematiche, ma di risultanze occasionali,per cui non si potè sviluppare alcuna teoria scientifica.

Con i romani le scienze non fecero alcun progresso: " le scienze, la filosofia, le arti figurative, furono sempre piante estranee al mondo di Roma ... La giurisprudenza è... la sola scienza che dobbiamo ai romani " ( Condorcet, 1974: 99 ). Il sorgere del cristianesimo, il suo affermarsi e il suo trionfo finale " fu il segno della completa decadenza, sia delle scienze che della filosofia " ( Condorcet, 1974: 105 ).

La sesta è un'epoca di decadenza, che si manifesta più velocemente in Occidente che in Oriente. Ma è anche l'epoca in cui la ragione riprese il suo cammino per non arrestarsi più. E' l'epoca delle invasioni barbariche, in cui la società conobbe una nuova organizzazione politica e dove le guerre non furono più combattute per acquistare schiavi, ma per acquistare nuove terre e gli uomini per coltivarle.

La schiavitù sparì come istituzione e si affermò il concetto cristiano di fratellanza. La chiesa si diede una propria struttura che rivaleggiava con quella dell'impero. Ma è anche l'epoca in cui gli arabi rinacquero come civiltà e conquistarono i tre quarti del mondo conosciuto.

La loro cultura, figlia di quella greca, di cui avevano appreso tutto, è molto avanzata. " Durante quest'epoca disastrosa si assiste al rapido declino dell'intelletto umano, che perde tutte le conquiste che aveva fatto nel passato, e si assiste alla progressiva invadenza dell'ignoranza e, qualche volta, della crudeltà bestiale... Le sole conquiste dell'uomo furono l'aspettativa teologica e la superstizione, la sola moralità l'intolleranza. L'Europa, in lacrime e sangue, schiacciata dalla tirannia della chiesa e dal dispotismo militare, aspettava il momento in cui una nuova rinascita le avrebbe restituito la libertà e le avrebbe restituito il suo posto di erede dell'umanità e della virtù " (Condorcet, 1974: 12).

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