giovedì 5 agosto 2010

L’INTELLIGENZA:L’ARMA VINCENTE DELL’UOMO (11)

L’UOMO SI REALIZZA NELLA STORIA

E' nella storia che l'uomo ha realizzato se stesso. Ed è nella storia che egli ha maturato i suoi livelli di struttura mentale: dal più basso, quello delle scimmie antropoidi, al più elevato, quello dell'uomo moderno.

Il raggiungimento di ogni livello ha richiesto secoli, anzi millenni di maturazione, come è stato il caso della civiltà egiziana e di quella mesopotamica, anche se più limitatamente.

Il tempo di maturazione, comunque, si è andato progressivamente contraendo. Dai millenni delle prime civiltà, ai secoli dell'epoca moderna ed ai decenni dell'era contemporanea.

Il livello raggiunto dipendeva dal particolare popolo storico che lo realizzava. Ma nessun popolo, o civiltà, è mai riuscito ad aggiungere più di un livello a quelli acquisiti ontogeneticamente.

Il processo attraverso il quale si è realizzato lo sviluppo dei livelli di struttura mentale è il seguente: il popolo, che era dotato delle energie necessarie per diventare civiltà, si presentava sulla scena del mondo come alunno che apprende tutte le conoscenze acquisite fino a quel momento.

Le fa sue, le imita (imitazione creatrice) e, nel periodo della maturità, crea una nuova sintesi, dando vita ad una nuova civiltà, diversa e più matura di quella precedente.
Dopo di che, sviluppata questa sintesi fino alla massima potenzialità (fase di crescita), non era in grado di svilupparne una nuova, pur avendo, nel frattempo, accumulato tutti gli elementi per farlo.

Quindi, l'organizzazione politico-sociale si irrigidiva e diventava ripetitiva (ripeteva se stessa) e sparivano sia le capacità assimilative, sia la potenza creatrice, e si consumava quello che si era prodotto nel passato senza nulla aggiungervi.
Era come se le energie vitali, che avevano prodotto quella sintesi, si fossero interamente prosciugate e al loro posto fosse rimasto un vuoto orgoglio per l'alto grado di organizzazione raggiunto (alto grado di civiltà).

La crisi si palesava completamente quando si sviluppava una psicologia collettiva di superiorità rispetto al mondo esterno, che veniva definito barbaro, per cui non si era più aperti al contributo esterno e si entrava in un lungo periodo di stagnazione.
Si consumavano le glorie del passato. Questo è stato il caso delle civiltà dell'Antico oriente, della civiltà classica, del Rinasciemto e dell'Inghilterra del mondo contemporaneo.

Il sistema politico ha giocato un grande ruolo nella realizzazione di questo processo. Esso era favorito in quelle società che garantivano all'individuo la libertà di essere e di agire.

Non sorgeva, o si inaridiva, in quelle società che comprimevano (o negavano) la sua libertà di autorealizzazione. Il ruolo della potenza politica, invece, sembra sia stata irrilevante.

Infatti " la cultura greca fiorì prima e dopo che le piccole città-stato ebbero la loro breve era di gloria militare. Gli italiani diedero il loro contributo quando le loro città erano lacerate dalla guerra civile ed erano in gran parte sotto il dominio di altre nazioni"(Muller,1952:70 ).

L'Inghilterra lo diede quando ancora lottava per risolvere i suoi problemi istituzionali all'interno e cercava un proprio spazio all'esterno nella sua eterna lotta contro la potenza militare dominatrice dell'epoca: la Francia.

CONTINUA

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