mercoledì 1 febbraio 2012

UNO STUDIO SULLA STORIA DELL’UOMO (42)

L’UOMO CREA LE PREMESSE DELLA CIVILTA’

Con l'uomo di Neandertal, invece, si fa un salto in avanti piuttosto rilevante, ma ancora non decisivo nell'utilizzazione delle capacità intellettuali.

Infatti, egli costruisce utensili piuttosto perfezionati. Confeziona i primi rudimentali indumenti (Birdsell, 1975: 324). Conosce l'uso del fuoco, che d'altronde era conosciuto anche dal Pitecantropo, ma non era ancora del tutto in possesso della tecnica dell'accensione (Oakley, 1962: 181). Ha formato il primo embrione di famiglia, dove predomina ancora l'incesto. Dà sepoltura ai propri morti e introduce le prime forme di culto (Oakley, 1962: 324).

Il culto dei morti fu la prima forma di attività propriamente intellettuale dell'uomo. Egli ebbe per prima la confusa coscienza che partecipasse al ciclo della natura. E, in natura, tutto ciò che moriva ritornava a nuova vita. Quindi, anche per l'uomo ci doveva essere una rinascita.

Questa conclusione non fu raggiunta attraverso una ragionamento logico, ma fu raggiunta attraverso la sentita e confusa partecipazione al mondo fisico con il quale si confondeva. Da qui nasce il culto dei morti. Essi ritornano a nuova vita. Prima come demoni, che devono essere placati, e , successivamente, come numi tutelari.

L'uomo di Neandertal aveva creato le premesse per il salto definitivo nello sviluppo delle capacità intellettive dell'uomo, ma era incapace di farlo egli stesso perchè non aveva ancora maturato la capacità di formulare il pensiero, pur essendo in possesso di una forma rudimentale di linguaggio.

La sua azione rimaneva dominata dagli istinti. I suoi utensili, per quanto perfezionati, non gli consentivano di affrontare, in forma stabile e con successo, la grande sfida della caccia grossa (Wymer, 1982: 161). Egli era dedito principalmente alla piccola caccia indiscriminata, non avendo ancora maturato la capacità di selezione.

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