venerdì 28 novembre 2008

DEMOCRAZIA DIRETTA E DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

Il nome astratto "democrazia" è uno dei termini più antichi del vocabolario politico. Essa deriva dal greco Democrazia ed è composto da demos (popolo) e Kratos (autorità). Furono i greci, infatti, e più precisamente gli Ateniesi, a fare il primo esperimento di governo democratico, che raggiunse il suo pieno sviluppo tra il V e il IV secolo a.C.

Tuttavia il concetto che i greci avevano della democrazia è del tutto diverso da quello moderno. Per essi, infatti, governo democratico voleva dire partecipazione diretta (demodrazia diretta) alla formazione delle leggi. Partecipazione diretta alla direzione politica ed amministrativa dello Stato e alla amministrazione della giustizia, mediante un sistema di rotazione delle cariche, per cui ogni cittadino di tempo in tempo occupava le massime cariche dello Stato.

Tutto ciò era possibile, in quanto la popolazione della città-Stato di Atene ammontava a poche migliaia di abitanti, e non era difficile riunirsi nella piazza del mercato per discutere sugli affari dello Stato. Inoltre questo diritto era riservato soltanto ai cittadini che formavano una classe ristretta, chiusa ed inaccessibile. Ma oggigiorno che la popolazione di ogni Stato ammonta a milioni di individui-cittadini, sparsi su un territorio almeno venti volte più grande di quello di Atene, non sarebbe possibile adottare il metodo della democrazia diretta.

L'ampliamento dei confini dello Stato. La dilatazione delle sue funzioni. La complessità della sua organizzazione hanno fatto sorgere un nuovo tipo di democrazia, dove l'individuo, il cittadino, l'uomo delle strada ha perso il contatto diretto con lo Stato. La sua partecipazione alla vita dello Stato avviene tramite dei rappresentanti che egli di tempo in tempo elegge per rappresentarlo nei massimi organi dello Stato.

In questo tipo di democrazia, l'individuo resta isolato e privo di qualsiasi influenza se non si associa ad altri individui che condividono le sue stesse idee. Che hanno i suoi stessi bisogni. Che hanno le sue stesse aspirazioni.

Di quì il sorgere dei partiti politici, dei sindacati e delle associazioni in genere. Solo tramite queste organizzazioni l'individuo ritorna ad acquistare quel peso che aveva nella democrazia diretta. Ma il diritto di voto, da solo, non basta per qualificare democratico uno Stato. Perché ci sia democrazia ci devono essere anche ideali, fini e valori, comuni a tutta la comunità

mercoledì 19 novembre 2008

IL SOCIALISMO SI PUO’ TRADIRE IN TANTI MODI

Ho letto con grande rammarico la missiva di Pino Iacino ai socialisti. A tutti noi della diaspora socialista Iacino vuole dare una casa. Ma la casa che egli propone è una casa sbagliata. È stata condannata dalla Storia e sopravvive negli epigoni del comunismo come mentalità egemonica grazie ad una magistratura compiacente che ha tolto di mezzo l’ultimo grande GRANDE GUARDIANO DEL SOCIALISMO DAL VOLTO UMANO: BETTINO CRAXI.

Se accettassimo l’ingenua proposta di Iacino finiremmo come i Bruzi. L’esercito romano li volle nei loro ranghi, ma per umiliarli e far svolgere loro, grandi guerrieri, lavori di bassa manovalanza. Craxi aveva ragione quando disse “noi potremo stare in una casa comune con i comunisti solo quando noi saremo maggioranza e loro minoranza”.

Io allora ero troppo giovane per capire. Non sono mai stato un craxiano. Da intellettuale, che si affacciava sulla scena politica, ero un lombardiano. Ma quelle parole di Craxi mi rimasero nel profondo.

La loro verità l’ho scoperta come sindacalista socialista della scuola. La sinistra unita era raggruppata nel SNSM, un sindacato unitario della scuola rappresentativo di tutte le forze politiche nazionali. Nella componente di sinistra, i socialisti erano maggioranza. I comunisti minoranza. Un ruolo che essi non amavano e non amano. Per questo consumarono una scissione e formarono un sindacato scuola in seno alla CGIL.

Da quel momento hanno incominciato a mandare messaggi agli ingenui socialisti alla Iacino (lo premieranno dandogli il posto che fu di Cecchino Principe?). “La sinistra deve stare unita in un’unica casa”. Loro malgrado, i socialisti sono sempre stati sensibili al richiamo dell’unità delle forze di sinistra.

Lo furono con Nenni nel 1948, quando firmarono il Patto di Unità d’Azione (che, per fortuna, non vinse le elezioni). Lo furono i socialisti della scuola nel 1965/66. Ma in questa ritrovata casa comune del sindacato scuola, i socialisti divennero minoranza. Tutto era monopolizzato dalla volontà egemonica dei comunisti.

Craxi apprese questa lezione. Anch’io, modestamente, appresi la lezione e mi rifiutai di entrare nella casa comune del sindacato-scuola targato CGIL. Iacino quella lezione non l’ha mai appresa. Né l’apprenderà mai. Egli ha una mente pulita (per questo lo stimo). Egli è potenzialmente buono per svolgere il ruolo che, nel PD nazionale, svolge Franceschini: l'UTILE IDIOTA, una figura a cui l’ideologia comunista ha sempre fatto ricorso per carpire la buona fede degli ingenui.

Pino Iacino non ha ancora maturato il pensiero che il SOCIALISMO non deve necessariamente essere ristretto in un partito. Il socialismo è un’IDEA. È l’idea di libertà, che non può essere asservita a nessun potere. È l’idea di giustizia sociale. È l’idea dell'umanità dell'uomo verso l'uomo. E questa idea alberga nella mente degli uomini. Nella mente dei Brunetta, dei Sacconi e di tutti coloro che vogliono mutare la realtà per migliorare la condizione umana e sociale dell'uomo.

venerdì 14 novembre 2008

LA RELIGIONE COME PERNO DI TUTTO: LA MANCATA SECOLARIZZAZIONE DELL’ISLAM E L’IMMIGRAZIONE DI FEDE ISLAMICA IN ITALIA

Fino a tempi non molto lontani, in Europa si pensava che il sentimento religioso fosse un elemento coagulatore essenziale dei vincoli culturali della nazione.

Si pensava che un popolo, che professasse fedi diverse, non potesse costituire un'unità nazionale e si riteneva che queste fedi diverse provocassero attriti fra i differenti gruppi della popolazione. La quasi totalità dei governi confondevano la sottomissione religiosa con la sottomissione politica.

Dopo le GUERRE DI RELIGIONE del XVI-XVII secolo, che insanguinarono tutta l’Europa in una lotta fratricida, in Europa si affermò il PRINCIPIO DI SECOLARIZZAZIONE ed incominciò a farsi strada il concetto che la diversità religiosa non impedisce ad un popolo di avere tante cose in comune da fargli sentire fortemente il vincolo nazionale.

Questo fu il caso della Germania divisa in un nord fortemente protestante e un sud marcatamente cattolico. Fu il caso dell'Olanda, dove vi era i1 45 per cento di cattolici e il 55 per cento di protestanti di varie confessioni.

È il caso degli Stati Uniti dove esiste una miriade di sette religiose accanto alla chiesa cattolica e protestante. Eppure questi popoli hanno una coscienza nazionale molto più accentuata di altri popoli che professano un'unica religione.

I nuovi immigrati di fede islamica in Europa, in linea di principio, dovrebbero integrarsi nella nazione che li ospita e non dovrebbero costituire un pericolo per l’unità nazionale fin tanto che rimarranno minoranze.

Ma loro religione non ha subito la grande catarsi delle Guerre di Religione, come avvenne per la fede cristiana in tutte le sue sfaccettature. La religione islamica non ha ancora superato il grande spartiacque della SECOLARIZZAZIONE. Tra Stato e fede c’è un’unità indissoluta.

Lo Stato islamico attuale, in effetti, è una teocrazia, dove il potere politico è nelle mani degli ayatollah, la casta sacerdotale. Questa mancata SECOLARIZZAZIONE della Stato islamico, nel futuro, potrebbe creare dei problemi se le minoranze islamiche dovessero crescere e moltiplicarsi senza essersi liberati della loro mentalità della religione come perno di tutto.

sabato 8 novembre 2008

GLI INTERESSI LEGITTIMI NEL PROCESSO DEMOCRATICO

I popoli più avanti di noi nel processo democratico hanno maturato la convinzione che tutti gli interessi sono legittimi quando non contrastano con l'interesse generale dei cittadini

Purtroppo, nella nostra cultura è prevalsa l'opinione, e la prassi, ormai consolidata, che gli interessi di chi gestisce il potere siano più legittimi dell'interesse della generalità dei cittadini perchè sono un mezzo per perpetuarsi al potere.

In queste condizioni, i problemi che si risolvono sono solo gli interessi dei CLIENTES degli amministratori.

Gli altri cittadini hanno diritti più deboli e spesso vengono stritolati dalla macchina burocratica dell'amministrazione pubblica.

domenica 2 novembre 2008

L’UTILE IDIOTA

L’utile idiota è una figura creata dal comunismo sovietico. Fu Lenin a crearla. Quando non era politicamente conveniente apparire con la propria immagine di partito comunista, si metteva in primo piano una figura rassicurante di altra forza politica, una persona di solo facciata, che serviva a carpire la benevolenza dell’opinione pubblica in generale. Ma, dietro le quinte, i comunisti esercitavano il vero potere.

Anche se il comunismo sovietico non esiste più, la figura dell’utile idiota non è scomparsa. Le mentalità sono difficile a morire. Si può cambiare pelle, ma la mentalità rimane quasi immutata. E lo rimarrà per generazioni. Sparirà solo nel lunghissimo periodo. In gergo si dice “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”.

Nella fusione tra il Partito Democratico di Sinistra (PDS) e la Margherita (ex democristiani di sinistra) ci sono due figure in primo piano: Walter Veltroni, che si era creata l’immagine dell’ ex comunista “buono”, e Franceschini, un uomo scolorito, ma utilissimo per svolgere il ruolo di utile idiota.

Un uomo come D’Alema, da parte del PDS, era troppo caratterizzato per essere messo in primo piano. Veltroni era meno caratterizzato come ex comunista. Non aveva frequentato la famigerata “scuola di partito” come D’Alema, dove si formavano le grandi élite del partito comunista. Veltroni si era sempre distinto come amante della democrazia americana. Insomma, egli si era contraddistinto più come LIBERAL che come post-comunista. Egli era l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto. Non faceva paura a nessuno.

Diversamente nella Margherita. Un uomo ritenuto pericoloso per la nascente Unione tra PDS e Margherita era Ciriaco De Mita. La sua intelligenza politica, e la sua qualità caratteriale di non reggere la candela a nessuno, incutevano timore. Se si voleva augurare lunga vita al nascente Partito Democratico, Ciriaco De Mita era un uomo da eliminare e, alla prima occasione, fu fatto fuori. Costretto ad autosfrattarsi dal partito.

Franceschini non aveva, e non ha, una robusta consistenza politica. Per questo motivo era l’uomo giusto al posto giusto. Era abbastanza incolore per svolgere il ruolo di “buonista” a fianco di Veltroni. Insomma, egli era l’utile idiota che serviva per mantenere calma e buona la gente della Margherita.

Un uomo come Rutelli, di vivace intelligenza, politicamente più ricco, difficilmente catechizzabile, fu spinto in seconda fila.

Ma una domanda dobbiamo porcela: riuscirà il nostro utile idiota a salvare il popolo della Margherita dalla volontà egemonica dei post comunisti o sarà anch’esso CANNABALIZZATO come è avvenuto per quei socialisti che hanno creduto nella sirena dei comunisti prima e dei post comunisti oggi?